Copertina 8

Info

Anno di uscita:2005
Durata:42 min.
Etichetta:Incendiary

Tracklist

  1. BRINGS FURTHER SIGNIFICATION
  2. 25 TIMES FIRE DEVASTATES
  3. LESIVE
  4. DEATHWISHINEYE
  5. ENTER THE CULT (THE COLD OCEAN)
  6. ENTER REPRISE
  7. HEARTBEAT
  8. CRUSH-ART
  9. EARTHAGRAM
  10. TRUSTPAY
  11. OWN STYLE RESEARCH
  12. EIGHT YEARS (ORIGINAL VERSION)
  13. EIGHT YEARS (SYNCPRODZ REMIX)

Line up

  • Carlo Bellotti: vocals
  • Mario De Giorgi: guitars
  • Fabio Baini: bass
  • Alvaro Buzzegoli: drums

Voto medio utenti

Il nuovo disco dei GF93 nasce sotto auspici molto importanti, vedendo la partecipazione, a titolo di produttore aggiunto, di un certo Kurt Ballou, di certi Converge. Non so se Kurt sia stato importante nella scelta del sound dei GF93, quel che è certo è che il quarto disco della band toscana la vede sterzare decisamente verso l’hardcore pesante con notevoli influenze emo. Tuttavia non vengono tralasciate le notevoli intuizioni del precedente “Convulse All-Star”, le quali vivono tra i solchi di pezzi come “Lesive” e “Earthagram”. Il sound ha il pregio di fondere pesantezza e melodia in modo sopraffino, al punto che le parti pesanti suonano veramente tali, i Converge non sono lontani, e le parti più atmosferiche e melodiche non suonano smielate e sconce come capita di ascoltare su molti dischi di bands, ben più blasonate, facenti parte del catalogo Victory Records.
L’evoluzione della band è sconvolgente e travolgente, e lascerà interdetti molti fans di vecchia data, ma chi ha orecchio avrà la bontà di sentire che le alternanze tra parti tirate e altre più placide, nonché il dinamismo sonoro, sono quelle che hanno fatto dei GF93 una tra le band più in vista della scena italiana. Ed è appunto per questo che parlo di evoluzione e non di rottura con il passato.
Il disco raggiunge picchi di intensità notevoli, e la voce di Carlo Bellotti offre un’ulteriore prova di potenza e versatilità, dimenandosi tra vocals espressive e screams acidi e brutali. Tuttavia il vero punto di forza del disco sono le melodie, mai banali, sempre varie e talvolta “liquide” e trasversali, con rimandi ai Tool più oscuri. Il disco inoltre contiene in chiusura “Eight Years” del precedente disco su cui figura Patrick Wiren dei Misery Loves Co. e la sua versione remix.
“OSR” tiene fede a se stesso e “Own Style Research” ne è la prova, la ricerca di un proprio personale stile per una band mastodontica che non ha mai fatto due dischi uguali pur mantenendosi sempre ad altissimi livelli. Definirli, come fa qualcuno, semplicemente emo-core sarebbe fare un torto ad un sound stratificato, vario e ricco di influenze, frutto di una storia fatta di 4 dischi uno più bello e diverso dell’altro ed in costante e continua evoluzione.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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