I
Diamond Head sono stati una delle punte di diamante della scena NWOBHM, ed hanno esercitato una grossa influenza sul metal a venire, a cominciare dai
Metallica, in particolare
Lars Ulrich, il quale ha più volte dichiarato che tra le maggiori influenze c'è proprio
Lightning To The Nations ed
Am I Evil, coverizzata appunto dai Metallica, passa per essere una delle canzoni più incisive di heavy metal mai composte, secondo il parere dei metalheads della prima ora.
Per cui fa particolarmente piacere constatare che i Diamond Head si destreggino bene anche ai giorni nostri, come testimoniano i buoni T
he Coffin Train o
Diamond Head. "Lightning To The Nations" viene rilasciato nel 1980 dall'etichetta del gruppo come test-pressing, poi successivamente ristampato illegalmente dalla Woolfe Records. Dopo l'ep
Diamond Lights viene offerto ai Diamond Head un contratto con la MCA per la quale incidono un altro EP omonimo (noto anche come Four Cuts). Quindi arriva il secondo album vero e proprio nell'82,
Borrowed Time, album nettamente più melodico del precedente e vicino anche a certe cose hard rock di matrice zeppeliniana.
Successivamente nel 1983 questo
Canterbury, disco unico e irripetibile, in cui il bassista
Colin Kimberly ed il batterista
Duncan Scott vengono sostituiti rispettivamente dall'ex
Streetfighter Mervin Goldworthy (poi nei
Samson e
FM) e da
Robbie France. Scelta coraggiosa si diceva per Canterbury, da cui scaturisce un sound unico e riconoscibilissimo. L'album ha in alcuni punti un'intelaiatura folk su matrice hard rock e, per questo, può rimandare al
III Zeppelin, con le dovute proporzioni, in versione più elettrica e aggiornata agli anni ottanta. Irrompe
Makin' Music ed è subito magia, una canzone elettrica, con un coro di facile presa e con chitarre ben in risalto, bissata dall'anthemica e saltellante
Out Of Phase, e si tratta delle cose più americaneggianti del disco.
The Kingmaker è una composizione epica e misteriosa, mentre
To The Devil His Due è avvolta dell'atmospheric power, ancora una volta giocata sulla rotta del dirigibile in salsa celtica.
One More Night rallenta la presa e si torna su lidi più airplay. Il pezzo più strano è
Ishmael, arrangiata con toni arabeggianti, ma come detto in precedenza questo è un album anche 'etnico' e 'medioevaleggiante' come suggerisce il titolo, e comunque il principale modello di riferimento rimangono gli Zeppelin.
La title track chiude l'album in un clima pomposo. Canterbury nel complesso non è un album di facile assimilazione, visto le mille sfaccettature, ma una volta fatto potrebbe regalarvi sensazioni uniche e lontane dal già sentito.