E' evidente come in questi ultimi anni il power, per la gioia di molti e l'orrore di qualcuno, abbia assunto uno status di primaria importanza nell'ambito dell'Heavy Metal. Parte del merito di questa esplosione va, senza alcun ombra dubbio, al combo tedesco capitanato dal leggendario Kai Hansen; i Gamma Ray, infatti, hanno avuto sempre l'indiscutibile merito (o chiusura mentale, come di certo pensano i cosiddetti "filosofi del metal", gente che fino a pochi anni fa sarebbe stata disposta a giurare che l'Heavy Metal fosse morto ) di proseguire con costanza e determinazione un discorso che, all'inizio dello scorso decennio, sembrava decisamente sorpassato e diretto sul viale del tramonto.
I frutti di questo lavoro si sono fatti attendere, ma dall'ottimo "Land of The Free", probabilmente il capitolo migliore di tutta la carriera del raggio gamma, la band di Kai ha finalmente potuto godere dei risultati meritati in anni di sforzi.
"Somewhere Out In Space", assieme a "Visions" e "Glory To The Brave" ha sicuramente contribuito alla rinascita del fenomeno del Power-Speed Metal, venendo a creare una folta schiera di imitatori che ormai da qualche tempo è giunta numerosa, in maniera forse eccessiva, sul mercato discografico rendendo reale il rischio di sovraesposizione del genere, ipotesi che fino a pochi anni fa sarebbe stata quanto mai impensabile e ridicola. A questa situazione i Gamma Ray, giunti in questa occasione al loro settimo full-lenght, rispondono immettendo sul mercato il loro album album più cadenzato e pesante.
Non aspettatevi infatti l'assimilabilità di "Somewhere…" o l'epicità di "Land Of The Free", "No World Order!" (album dal titolo tristemente profetico, uscito nei negozi il 10 Settembre!) è un vero e proprio tributo ai maestri di Kai e soci, i Judas Priest. Le sfuriate di doppia cassa, che ultimamente sembravano essere diventate quasi un trademark della band, vengono proposte in maniera meno ossessiva mentre salta subito all'orecchio la maggiore presenza di riff secchi e granitici, degni eredi della migliore tradizione inglese piuttosto che della classica scuola del power teutonico.
Non mancano, come è ovvio che sia, chiari riferimenti al passato, ben udibili in brani come il singolo "Heaven And Hell", costruito praticamente sulla falsariga del classico "I Want Out", oppure nella furiosa opener "Dethrone Tyranny", un brano che richiama fortemente alla memoria i momenti meno oscuri di "Powerplant". Perfetto emblema del nuovo approccio dei Gamma Ray sono invece canzoni come la splendida "The Heart Of The Unicorn", quasi un outtake di un lavoro a caso dei Priest più "ottantiani", e "New World Order", brani scanditi e "metallici", resi eccelsi da una performance di Kai Hansen particolarmente ispirata ed espressiva, più che mai debitrice al maestro Halford (ad essere sincero covo parecchi dubbi circa una eventuale realizzazione dei suddetti pezzi in fase live, senza mancare di fiducia al rosso screamer, s'intende…).
Un disco che va quindi controcorrente, pigiando il piede sul freno e segnando un notevole indurimento del sound, sia per quanto riguarda la produzione, veramente ottima, sia per ciò che concerne le composizioni; "No World Order!" richiede di certo qualche ascolto per essere apprezzato al meglio (e da quanto ho avuto modo di vedere, più di un collega non è andato oltre un parere superficiale) e probabilmente in alcuni radi momenti del disco il songwriting della band non tocca passaggi memorabili, la classica ballata "Lake Of Tears" risulta gradevole ma evitabile, eppure sono certo che, una volta metabolizzato, questo disco non potrà non essere apprezzato per quello che è il suo indubbio valore.
E non fidatevi di chi vi spaccerà "No World Order!" come un album privo di idee ed banale, il disco in questione è semplicemente maggiormente teso verso l'Heavy Metal più classico e scevro d'influenze, ma forse per qualcuno questa decisione risulta essere una colpa di questi tempi.
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