Quanto bisogna cambiare in una band affinché cambi anche lo stile della proposta musicale? E' sufficiente sostituire il vocalist monocorde del disco precedente con uno dal range più vasto? O prendere un nuovo batterista? A volte si, a volte no.
Nel caso degli
Engraved Disillusion, decisamente si.
"
The Eternal Rest", secondo disco in 3 anni da parte della band inglese, dimostra che spesso il cambio dietro al microfono risulta radicale nell'economia della band.
Il death metal di chiaro stampo scandinavo alla At The Gates viene parzialmente accantonato a favore di sonorità più moderne e al limite del metalcore, col risultato finale di un melodic death nel quale la componente melodica spicca più chiaramente rispetto al passato, in particolare grazie all'uso delle clean vocals, esperimento decisamente non agibile sul disco d'esordio.
Matthew William Mead invece dimostra di saperci fare, così che fin dall'opener e primo singolo scelto "
Embrace the Flames" il sentore di una band "nuova" permea le note. Migliore o peggiore è un discorso di gusti, come al solito, fatto sta che gli Engraved Disillusion di qualche anno fa sono sfumati a fronte di questa nuova incarnazione.
Rimangono i riff incazzati e gli assoli melodicissimi della coppia
Stewart/Matthews, vero motore della band, ma la complessità di brani quali "
In Aeternum" e soprattutto la suite conclusiva "
The Eternal Rest" sono possibili solo grazie all'eclettismo del nuovo vocalist, che non sarà forse un mostro di tecnica ma bilancia alla grande lo scream con il clean.
"
The Eternal Rest" è un disco sufficientemente fresco, non totalmente innovativo ma si lascia ascoltare davvero con piacere, in particolare grazie a una seconda parte eccellente. Gli
Engraved Disillusion si confermano quindi una piacevole scoperta e una bella novità nell'ambito melodic death europeo.
Quoth the Raven, Nevermore..
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