Primordial - Where Greater Men Have Fallen

Copertina 8

Info

Anno di uscita:2014
Durata:58 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. WHERE GREATER MEN HAVE FALLEN
  2. BABEL’S TOWER
  3. COME THE FLOOD
  4. THE SEED OF TYRANTS
  5. GHOSTS OF THE CHARNEL HOUSE
  6. THE ALCHEMIST’S HEAD
  7. BORN TO NIGHT
  8. WIELD LIGHTNING TO SPLIT THE SUN

Line up

  • A.A. Nemtheanga: Vocals
  • Ciáran MacUiliam: Guitars
  • Michael O'Floinn: Guitars
  • Pól MacAmlaigh: Bass
  • Simon O'Laoghaire: Drums

Voto medio utenti

Scrivere una recensione per il nuovo lavoro dei Primordial non è facile.

Non perchè, lo ammetto senza problemi, io adori questo gruppo e lo segua sin dagli esordi e quindi rischi di essere imparziale.
No.

Il vero problema è che trasformare in parole la magia della musica degli irlandesi è impresa ardua, quasi impossibile temo.
Il motivo?
Difficile da spiegare anche questo.

Iniziamo col dire che "Where Greater Men Have Fallen", rilasciato dalla Metal Blade, è un album in cui vengono abilmente mescolati epic, doom e pagan metal all'insegna di un suono che non disdegna puntate in territori estremi e che si mantiene, costantemente, in tensione e carico di orgoglio.
La cosa strabiliante è che, nonostante l'elevato minutaggio dei brani, le composizioni sono molto "semplici": i Primordial, infatti, non ricorrono a nessun stratagemma particolare e si limitano a suonare ed a seguire la propria ispirazione ed il proprio cuore intarsiando magnifici chiaroscuri del loro mondo.

Semplicità dunque.
Una semplicità sorretta, tuttavia, da una forza suggestiva e da un pathos struggente che credo sia difficile trovare in altri gruppi.
I Primordial creano melodie splendide.
Epiche. Suggestive. Tristi. A volte disperate.
Le due chitarre si intrecciano, sono spietate quando devono e maledettamente evocative quando la passione, incontenibile, prorompe improvvisa nelle trame dei brani.
La sezione ritmica, senza nessun arzigogolo particolare, ci tiene sempre in allerta, quasi ci minaccia preannunciando imminenti battaglie, oppure distrugge ogni cosa quando il gruppo decide di farlo.
E poi...
poi c'è la meravigliosa voce di Alan Averill, strepitoso interprete delle raffinate melodie cesellate dagli strumenti.
Ogni vocalizzo, ogni urlo, ogni inflessione, ogni sussurro è da brividi lungo la schiena, è palese manifestazione di cuore ed arte in musica.
Un poeta, dunque, che canta una musica poetica.
Con semplicità, ancora una volta.

In questo nuovo album ogni tassello, ogni linea melodica, ogni genere che viene toccato, ogni delicato arpeggio, ogni singolo brano, tutto insomma, concorre a creare un mosaico di pura e semplice emozione all'interno della quale non possiamo fare altro che struggerci e perderci come nel più delicato dei sogni.
Ancora una volta un capolavoro.
Un capolavoro di metal suonato solo e semplicemente con il cuore.

Immensi.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 21 nov 2014 alle 13:14

..i Primordial li ho sempre amati e adoro Alan..un mostro di voce ed interpretazione..lui solo con la sua prestazione vale l'acquisto..il disco a me piace e pure parecchio..decisamente più intenso, poetico e disperato..e credo si senta molto anche a livello vocale l'esperienza di Alan nei Dread Sovereign..per me è un pollice alzato..decisamente..! :) ..che sarebbe la vita senza metal..!!!

Inserito il 21 nov 2014 alle 07:16

To the Nameless Dead resta ad un altro livello... La sacra triade mi ha fatto sorridere. :-)

Inserito il 20 nov 2014 alle 22:38

Uhm dunque per completare la sacra triade del buon Dope (Primordial/Dark Space/ Rotting Christ) mancano solo quest'ultimi a pubblicare qualcosa di nuovo, ma è un po' presto...Ho appena finito di ascoltare l'album e al netto di un paio di pezzi clamorosi ( "Wield Lightning To Split The Sun" e la title track) mi sembra un album un pelino meno ispirato, più vicino all'ultimo "Redemption At Puritan's Hand" piuttosto che all'inavvicinabile doppietta precedente che ha contribuito a forgiare definitivamente il sound della band. Detto ciò, per me l'album è un acquisto obbligato ma girera più di "To The Nameless Death" o "The Gathering Wilderness"? Ne dubito

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