Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2005
Durata:43 min.
Etichetta:Napalm
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. LIBRE
  2. EQUILIBRIUM
  3. THE WRETCHED
  4. CURE
  5. CIRCUS
  6. SHADOWMAN
  7. ENDOGENISIS

Line up

  • Kjetil Ingebrethsen: vocals
  • Vibeke Stene: vocals
  • Østen Bergøy: vocals
  • Anders Høyvik Hidle: guitars
  • Rune Østerhus: bass
  • Einar Moen: keyboards
  • Kenneth Olsson: drums

Voto medio utenti

Ma che tristezza i Tristania!! Eh sì, perdonatemi la battuta non troppo originale, ma in questo caso ci stava proprio bene... La mia impressione è che la band norvegese abbia fatto un mezzo passo falso pubblicando questo cd: oggi come oggi non è facile dire qualcosa di nuovo in campo gothic metal, però è anche vero che un gruppo con una certa esperienza sulle spalle dovrebbe avere le idee chiare su come realizzare un disco d'impatto, che possa risultare piacevole e magari riesca a trasmettere delle emozioni all'ascoltatore. Il problema è che questi sette musicisti sono andati ben lontano dal creare un'opera che possa in qualche modo mettersi in evidenza: nessuno potrebbe dire che "Ashes" è un album suonato (o cantato) male, ma purtroppo quello che ci propone è un alquanto noioso alternarsi tra parti molto dark-oriented e sfuriate in pieno stile black. Sinceramente mi domando a cosa diavolo servono queste ultime, perché comunque non sono frequentissime e a mio parere danno un tocco un po' troppo "rétro" alla musica della band. Per quanto riguarda invece i momenti più melodici, beh non posso dire che si tratta di sonorità particolarmente esaltanti, visto che non si va oltre il gothic metal più scontato e la darkwave che fa tanto anni ottanta. C'è poi un altro particolare che mi lascia perplessa, ed è che il gruppo non ha saputo sfruttare in maniera un po' più originale il fatto di avere a disposizione ben tre vocalist. Sarebbe stato interessante se i norvegesi avessero lavorato in maniera molto più scrupolosa sulle voci, magari creando delle sovrapposizioni particolari, invece tutto è abbastanza nella norma, con la consueta alternanza tra cantato maschile (che a volte è brutale e altre volte oscuro/malinconico) e cantato femminile. Non so cosa avranno intenzione di fare in futuro i Tristania, ma proseguire su questa strada vorrebbe dire scadere davvero nell'anonimato! Trovo quindi molto difficile consigliare il disco a qualcuno, ma forse i super-fanatici del gothic metal meno pomposo e altisonante potranno apprezzarlo. A tutti gli altri suggerirei invece di passare tranquillamente oltre...
Recensione a cura di Angela 'Grendel' Benemei

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