Max Cavalera è un personaggio inesauribile, oltre a guidare con successo i
Soulfly, progetto principale del periodo post-Sepultura, si è riunito al fratello Igor per formare i
Cavalera Conspiracy. La band, con già due album alle spalle, è stata più volte avvicinata alla band madre, o meglio, considerata un pretesto per rievocare le radici dei due artisti brasiliani. La Cospirazione cavaleriana è da ritenersi più probabilmente un esperimento, un luogo in cui i due agguerriti musicisti sfogano tutta la loro inventiva, senza regole o costrizioni. Affermazione giustificata dall'eterogeneo genere proposto, che contiene heavy, thrash, speed, death e soprattutto, nelle ultime release, hardcore. Accusati di scrivere pezzi senz'anima i
Cavalera continuano nella loro sperimentazione, senza curarsi di critiche ed accuse. L'intento dei fratelli sudamericani non è tanto quello di comunicare attraverso i propri pezzi, piuttosto è quello di far sgorgare energia in quantità illimitata mediante le loro composizioni, portando la più alta percentuale di devastazione sonora mai provata fin d'ora. Un groove punk con tutti i generi e sottogeneri metallici nominati in precedenza sono presenti in questo subbuglio musicale denominato
'Pandemonium'. Mai titolo fu più adatto ad un album che questo, un susseguirsi di brani aggressivi e violenti, un disco spoglio di orpelli e infiorettature, colmo soltanto di vigore e prepotenza, tant'è questa terza release dei
Cavalera Conspiracy. Ad aprire le danze è
'Babylonian Pandemonium', un pugno nello stomaco, una mazzata dritta in piena faccia, con un Igor scatenato dietro le pelli e un Max che dispensa violenza gutturale a più non posso.
'Banzai Kamikaze' non lascia scampo con un bellicoso thrash e un gran lavoro di riffing, probabilmente uno dei migliori pezzi dell'album.
'Scum' è un brano breve e pesantissimo, così come
'I, Barbarian', tracotante dimostrazione di autoconsapevolezza distruttiva.
'Cramunhao' è ossessiva, marcata da attimi assimilabili all'abbaio di un cane rabbioso, con riff possenti e la solita opera schiacciasassi di Igor Cavalera a segnare il pezzo.
'Apex Predator' sbatte il cervello dell'ascoltatore sino alla perdita di coscienza, mentre nel cielo del pezzo appaiono lampi di effetti cibernetici. Una traccia insolita, strana, ma che può catturare dal primo ascolto. 'Insurrection' rappresenta una vera e propria insurrezione sonora, anche in questo caso al limite del dissonante.
'Not Losing the Edge' resuscita il lato thrash per poi spostarsi maggiormente sul punk alternato a melodie dal sapore mediorientale, mentre
'Deus Ex Machina', traccia più lunga del lotto, si colloca fra l'hardcore e il groove, circondata da un'atmosfera soffocante e ridondante, con Max Cavalera che ripete all'infinito il titolo del pezzo.
'Porra' è l'unica canzone che si stacca dal resto di
'Pandemonium', ricca di influenze folkloristiche sudamericane.
I
Cavalera Conspiracy creano dunque un altro album complicato, di difficile approccio, aggressivo ed opprimente, ma che non deluderà sicuramente i fan della band.
Video di 'Babylonian Pandemonium'
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