Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2014
Durata:64 min.
Etichetta:Spinefarm Records

Tracklist

  1. KOMENCO
  2. TABULA RASA
  3. KURAMAN
  4. THE WORDS
  5. PLUTON
  6. KONISKAS
  7. ENNUI
  8. VOID
  9. THE OTHER'S FALL

Line up

  • Joel Ekelöf: vocals
  • Joakim Platbarzdis: guitars
  • Stefan Stenberg: bass guitars
  • Martin Lopez: drums

Voto medio utenti

Bello, bellissimo.
Ricco, a tratti entusiasmante, profondo.
Ma dieci decimi, o nove che siano, no. Dai.
E poi quei suoni quadrati, eleganti, quasi fermi.
Non è questione di spigoli ma di addizioni e sottrazioni reiterate.
C'è troppo calcolo e poco abbandono. Tanta aritmetica, poche geometrie.
Non voglio mettervi di cattivo umore.
Se vi piace il genere, testi, copertine e videoclip è il vostro album dell'anno.
Nemmeno illegittimamente.
Lui, il singer, mi ispira sensibilità e grazia. Forse troppa.
Mi ricorda Paolo Bruni meno sexy e sembra l'amico che tutti vorrebbero che sia.
Chiunque tu diventi accanto a questi album pregni fai tesoro e esperienza del processo che ti porta al distacco dal tuo centro.
Non curarti delle proiezioni lontane. Annaspa per tornare al centro.
Soen sei tu.

"Society they call"

Il disco è teso verso qualcosa di sano, etico, alto.
Cerca molto e trova più di un qualcosa.
Non intimidite nel dire che è un disco di ricerca.
La conclusiva, infatti, è la canzone che scriverebbero i Fates Warning se fossero i Katatonia: eccezionale.
Se ti piaciono linee vocali nordiche, atmosfere wolveriniane, autunni che si mordono la coda, solitudini elettriche e gli abissi capovolti degli Winds allora sei condannato al merchandise. E già ti vedo con polsini e toppe a commuoverti sfiorando la band.
Sei comunque sulla strada che porta all'oracolo del metal emospirituale. Non mollare.

Tellurian è un crescendo: dalle fasi iniziali fisiche e doloranti fino alla stesura metallica del figlio dell'Uomo.
Riconosco un ritornello in sanscrito...
Può essere un comando neuronale per eleggere l'uomo a esperiena celeste. Un corto circuito devozianale e strumentale.
Osho ripeteva spesso che siamo esseri (divini) che hanno scelto un'esperienza umana.
Questo è il nuovo corso dei Soen.
E chi vi dice Tool non ha capito molto. Anzi

Consiglierei ai quattro una vacanza con i Disillusion e Kenro Izu, un seminario con Arvo Part, un'amicizia con D. Graves e di strappare pagine di S. of Consciousness di JJ per adornare pareti, taschini e altro.

let's help mankind

grazie Joel Ekelöf, Martin Lopez, Joakim Platbarzdis, Stefan Stenberg
Recensione a cura di Marco Pastagakio Regoli

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 26 nov 2014 alle 15:00

Bello, davvero. Finalmente non sono più la coverband dei Tool. Era ora. Gran disco. Concordo al 110%. Anche se a me erano piaciuti pure come coverband dei TooL. Ah, il citato album nuovo dei Black Fate è una BOMBA, lo sto ascoltando a ruota da 2 mesi..

Inserito il 24 nov 2014 alle 18:02

Bello, davvero. Finalmente non sono più la coverband dei Tool. Era ora. Gran disco.

Inserito il 24 nov 2014 alle 17:35

Peccato caro Mephys .... ma infatti,ci mancherebbe! mica mi sono arrabbiato,riempito di insulti e ti ho puntato una pistola alla tempia (non lo farò nemmeno con il resto del mondo che a quanto dici è in disaccordo con me)...ho solo scherzato sul fatto che come al solito la vediamo in modo differete ^__^ speriamo di essere d'accordo almeno sull'abum da te citato ;-)

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