Band con base in Svezia, formata da musicisti non di primo pelo, gli
Electric Earth giungono senza clamore al loro quarto album di studio. Ma non si tratta di produzione così banale come si potrebbe pensare.
Il loro stile è tutt’altro che sconvolgente, d’accordo, però unisce una forte componente di matrice post-grunge, di derivazione Soundgarden, con l’attitudine energetica del rock contemporaneo. Ibridazione che partorisce un disco tutto sommato piacevolmente onesto, del quale sottolineiamo la buona cura per gli aspetti melodici (il cantante Peter Gottlieb pare nato a Seattle..), una discreta muscolarità ritmica (Drugs, 15th of August, Bad motor alive) ed il moderno rifferama hard rock. Alcuni brani risultano troppo derivativi, vedi “Devoid”, ed è forte la sensazione di ascoltare una sconosciuta formazione americana degli anni ’90, ma nel complesso tutto rimane all’interno dell’accettabile.
Gli Electric Earth si dimostrano mestieranti da retrovie, ma con una certa dignità che merita rispetto. Peccato che alla resa dei conti del loro lavoro non molto rimane memorizzato.
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