Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:49 min.
Etichetta:AOR Heaven

Tracklist

  1. LIFE MUST GO ON
  2. TAKE THIS HEART
  3. TONIGHT
  4. GOIN’ BACK
  5. FRIENDS WILL BE FRIENDS
  6. ROOM IN YOUR LIFE
  7. RIDIN’ ON A RAINBOW
  8. STRAIGHT ACROSS MY HEART
  9. LION’S EYE
  10. ALL OR NOTHING

Line up

  • Knut Erik Oestgaard: vocals
  • Steinar Hagen: guitars
  • Tore Larsen: bass, keyboards
  • Oyvind Haakonsen: drums
  • Baard Torstensen: slide guitar on tracks #4 and #10
  • Daffy Larsen: harmonica
  • Jorn Lande: backing vocals
  • Ole Evenrude: backing vocals
  • Hans Olav Solli: backing vocals
  • Haakon Iversen: backing vocals

Voto medio utenti

Che la Scandinavia sia un’autentica miniera di formazioni musicali non è di certo una “novità” dei nostri giorni e se il destino professionale di molte di queste formazioni è oggi fatalmente legato a una “scena” in crisi e in piena stagflazione, anche in passato, quando l’industria discografica versava in ben più floride condizioni di salute, raggiungere la necessaria “visibilità” e poi mantenerla era un’impresa tutt’altro che agevole.
La parabola artistica degli AOR-sters norvegesi Return è abbastanza emblematica di tale competitiva sovrabbondanza … fondati negli anni ottanta, artefici di una carriera di buon livello, non sono mai riusciti a imporre veramente la loro proposta a livello mondiale, finendo per perdere la “sfida” con celebrità conterranee come TNT, Stage Dolls e Da Vinci.
Il "ciclone" grunge contribuì a spegnere le velleità di successo del gruppo, ma probabilmente, nonostante la notevole padronanza tecnica e un certo buongusto compositivo, non fu l’unico motivo della sua “momentanea” (la band è tornata in azione nel 2000, quando un loro “Greatest hits” ha venduto 120000 copie …) interruzione delle attività.
V”, ristampa (rimasterizzata) griffata AOR Heaven del lavoro del 1992 dei nostri si rivela, infatti, un buon esempio di hard melodico nordeuropeo, in equilibrio tra la leggerezza degli Stage Dolls e talune velleità blues di fama Dream Police (tanto per rimanere in Norvegia), piuttosto piacevole ma poco caratterizzato nella sua esposizione espressiva.
Il disco, dipinto nelle note promozionali come quello dotato di maggiore “approccio internazionale”, è in realtà zavorrato da qualche eccesso di manierismo, all’interno di un programma inaugurato da “Life must go on”, sicuramente competente e tuttavia vagamente stucchevole nell’arrangiamento orchestrale e nello sfruttamento dei cliché tipici della ballata sentimentale alla Whitesnake.
Le elegiache atmosfere elettro-acustiche di “Take this heart” rimandano la memoria agli Extreme, “Tonight” e "Friends will be friends” celebrano senza particolare slancio la rinomata arte Bryan Adams-esca, ad anche il saltellante rock n’ bluesGoin’ back” appare leggermente troppo “freddo” per colpire a fondo.
Andiamo sicuramente meglio con l’elettricità notturna di “Room in your life”, dove l’influenza dei Foreigner è ben amministrata, con il contagioso tocco boogie di “Ridin’ on a rainbow” e con la scanzonata "Lion’s eye”, mentre nella languida liquidità di “Straight across my heart” ritorna ad affiorare un pizzico di leziosità.
All or nothing”, sorretta da un caloroso e polveroso clima rootsy, pone il sigillo finale su un album che tutto sommato merita di essere riscoperto, a patto di essere consapevoli che non si tratta di un’irrinunciabile “gemma perduta” prodotta dalla prolifica fucina nordica.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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