Ascoltare “Historia cumae”, granitico lavoro de
I Miti Eterni, equivale a osservare rapiti una fascinosa scultura “classica”, magari tentando di carpire, tramite i nobili segni dello scalpello, il travaglio interiore dell’autore, quel febbrile e catartico tormento emotivo che ha condotto alla creazione di un’opera tanto potente e ammaliante.
Nello specifico, gli arnesi dell’intarsio sonoro vengono completamente gestiti dall’esperto Bruno Masulli (In Aevum Agere, Power Beyond, Annihilationmancer, Marshall, Loadstar), un artista di considerevole valore, che con questo
platter targato Jolly Roger Records raggiunge probabilmente la sua piena maturità, consegnando agli appassionati di
heavy /
epic /
doom un bassorilievo in note di grande bellezza.
Alla base di tutto c’è una notevole cultura, capace innanzi tutto di allontanare dallo stereotipo le tematiche “mitologiche” che alimentano il disco, e poi di produrre una miscela musicale in continua mutazione, pregna d’intenso
pathos “gotico”, ma attenta a non scadere nella sterile reiterazione dei tipici codici del genere.
Riuscire a combinare italiano, inglese e latino con innata disinvoltura rappresenta un’altra appariscente qualità di un musicista visionario e creativo, artefice di un prodotto che sarà apprezzato da chi ama Candlemass, Virgin Steele, Savatage e Therion, e non per questo gradisce veder riproposte in maniera smodata e troppo “devota” le peculiarità dei suoi beniamini.
Come anticipato, la fruizione di “Historia cumae” non dovrebbe essere una circostanza “passiva” e tuttavia anche evitando d’impegnarsi in enigmatici approfondimenti vi accorgerete di quanto l’albo si dimostri “immediato” anche in assenza di “facili” allestimenti armonici, di quanto siano spiccate le sue capacità di risvegliare un “qualcosa” nelle ataviche pieghe della psiche, producendo nell’astante una sterminata quantità di suggestioni diverse.
Ed ecco che le difficoltà del recensore nel trasmettere tali sensazioni diventano tangibili, rendendo impraticabile la “descrizione” dei singoli brani, che, così, si trasforma nella glorificazione complessiva di un programma edificato su forza evocativa, melodramma, possanza e varietà (interessanti gli strappi
speed e
thrash … per referenze, “consultare” “Legend of Apollo”, per esempio).
Non mi rimane che raccomandare caldamente quest’avvincente viaggio ne I Miti Eterni, guidati dal
Gran Cerimoniere Masulli, uno straordinario cesellatore dell’arte “fosca” e “eroica” impossibile da ignorare.