Gli Otherwise sono un gruppo hard rock, post-grundge, alternative, nato nel 2006 nella scintillante Las Vegas. Autori di un primo album autoprodotto che ha suscitato grande interesse fra gli addetti ai lavori, nel 2011 la band è stata definita da Fox News come 'il miglior gruppo senza etichetta discografica in circolazione' soprattutto grazie al pezzo 'Soldier', che è divenuto una hit negli States. L'anno successivo, dopo la firma con Century Media, esce il pregevole 'True Love Never Dies'. Ecco ora tornare gli Otherwise con questo 'Peace At All Costs', un lavoro incentrato su un hard rock moderno, il cui tratto distintivo è l'inconfondibile voce di Adrian Patrick. Il disco offre tre quarti d'ora di buona musica, esaltata da melodie accattivanti, chorus orecchiabili e qualche pennellata di moderata aggressività che conferisce alla release quel giusto e necessario contributo di grinta. L'intro 'IV' potrebbe ingannare l'ascoltatore per il suo carattere eterogeneo (vicino all'industrial), ma è soltanto preambolo alla successiva 'Love & War', una traccia in puro stile Otherwise. Riff graffianti tuttavia non eccessivamente aggressivi, un buon ritmo e lo stile vocale del singer, che si muove agevolmente fra il clean e un leggero scream, sono i tratti peculiari del sound della band statunitense. 'Dark Side Of The Moon' ricorda i pezzi di maggior successo del gruppo, in cui troneggiano orecchiabilità e melodia. In 'Demon Fighter' ecco aleggiare l'ombra di band come i Nickelback, così come in 'Coming For The Throne', dotata di un chorus che prende sin dal primo ascolto. La pacata ed emotiva 'Never Say', l'adrenalinica 'The Other Side Of Truth', la malinconica 'All The Pretty Things', l'acustica e profonda 'Walk Away', l'energica 'For The Fallen Ones', la rabbiosa 'Fate Is Your Enemy', forniscono a 'Peace At All Costs' una buona varietà stilistica. Forse leggermente sotto al predecessore, questo nuovo album degli Otherwise è comunque un interessante disco hard rock moderno.