Alienante e gelido come il vuoto interstellare.Il secondo lavoro dei misteriosi americani
Empire Auriga è esattamente questo.
Musica glaciale, dal sapore meccanico e dall'atmosfera asettica, un lento ed inesorabile viaggio nel buio che avvolge l'universo.
Immaginate, come punto di partenza, il
Burzum più ambient e declinatelo in un'ottica industrial che non sfrutta la velocità ma un incedere sempre molto lento, per avere una idea delle coordinate sulle quali si muove il terzetto.
Black Metal?
Difficile rispondere.
"Ascending the Solarthrone", che ha lasciato trascorrere ben otto anni dal debut prima di venire alla luce, è un album complicato, un album che si fonda essenzialmente sulla esasperante lentezza delle chitarre, sulle minimali ma evocative tastiere e su vocalizzi agghiaccianti che restituiscono in pieno il senso di inadeguatezza e vuoto che avvolge tutti i brani.
Non un suono standard quindi, ma certamente estremo.
Estremo nelle soluzioni melodiche.
Estremo nella atmosfera lancinante delle note.
Estremo nella paura che ci scruta.
Non ho idea di quanti possano apprezzare un album come questo, ma sono certo che una volta capito il suo spirito, la sua profondità, il suo disprezzo per il mondo ed il suo distacco dalla realtà, ne resterete affascinati ed inquietati.
Lasciate dunque che il buio cali su di voi ed iniziate l'ascesa...
Puro nero.
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