Progetto del chitarrista salernitano Runes, oggi attivo anche con altre formazioni di genere diverso, gli
Oylokon ritornano al periodo a cavallo tra ’80 e ’90, quando impazzava il thrash di seconda (anche terza..) generazione, ma anche il death ed i primi avamposti del black. Ed è proprio la miscela stilistica che troviamo in questo album, molto curato sia nella produzione che nell’artwork.
La band in realtà è un duo, perché il fantomatico batterista Olot è semplicemente una drum machine, ma l’assemblaggio di tutte le componenti è riuscito bene, in maniera compatta.
Si passa da brani tirati e convulsi (“Against worms", "Dry the sea") a momenti più lenti e atmosferici ("No one turns back") resi sinistri dalla cupa voce declamante di Reinblood (
chissà a chi si è ispirato per tale nickname…nda), autore anche di tutti i testi. Non mancano infine le trame cadenzate e possenti, caratteristiche del genere, come la tambureggiante “The black at my back”.
Un thrash/death di mestiere, non particolarmente originale ma dall’esecuzione di buon livello.
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