Che cosa aspettarsi da un gruppo che ha scelto come monicker
"Necromutilator"?
Forse canzoni d'amore e d'amicizia?
Certamente no.
Il trio mantovano, qui al suo esordio discografico dopo il demo
"The Devil Arisen" del 2011, mette sul piatto della bilancia una proposta marcia, grezza e
straight in your face, offrendoci un ibrido musicale che si rifà ad un'epoca storica in cui la distinzione tra black e death metal non era così marcata come invece accade oggi.
"Eucharistic Mutilations" è, dunque, un album brutale, minimale nei suoi arrangiamenti, blasfemo, solcato da una sottile vena hardcore ed in grado di annichilire con il suo grezzo mescolare riffing thrash, accelerazioni black e tempi medi di scuola old death metal.
I modelli di riferimento del gruppo italiano sono abbastanza precisi e vanno dai primi
Bathory, omaggiati con la cover di
"13 Candles" posta a chiusura del lavoro, ai
Sarcofago, ai primi
Celtic Frost, fino a sfiorare gente come i
Motorhead per un non troppo velato approccio rock 'n' roll alla composizione, il tutto all'insegna di un suono primitivo, poco prodotto, violento ed incalzante al di sopra del quale si staglia, malefica, la voce del singer che sceglie una sorta di growl rabbioso per marcare a fuoco ogni singolo brano.
Certamente i
Necromutilator non hanno pretese di innovazione o di mettere in note strutture complesse: il loro è un durissimo heavy metal estremo, con una evidente propensione alla dimensione live che, credo, sia la più adatta ad una band come questa.
Aggiungo, prima di concludere, che anche a livello grafico il disco è molto "curato" nella sua semplicità e che la produzione, sebbene un po' confusa, è perfetta per una musica del genere andando ad esaltare il caos generato da questi tre loschi figuri.
Alzate il volume al massimo e cornine in alto.
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