Arrivano da Bologna questi psicotici e brutali metallers che giungono al primo full-length dopo un demo pubblicato nel 2013. I bolognesi propongono un death metal old school ispirandosi a capisaldi del genere, come Morbid Angel, Deicide e Death, mescolandovi elementi del sound dei Suffocation e Unleashed e un po' di quel grind proveniente da Napalm Death e Brutal Truth. V'è inoltre qualcosa in più, una certa attitudine a contaminare il proprio stile con sprazzi di generi distanti, si citino ad esempio jazz, avantgarde, noise e prog, tutti annoverati fra gli ascolti dei componenti del gruppo.
"Demolizione" è composto da nove tracce, due delle quali sono intro ed outro, quindi si possono contare sette pezzi veri e propri. Dopo l'iniziale brano dominato dalle percussioni si passa a
"Il Marcio", brano galoppante, ruvido, tossico, opulente. Si nota già da questa prima traccia la scelta della band di adoperare la nostra lingua per i testi, opzione inusuale ma interessante. Probabilmente se dovessimo orientare la spiegazione del genere proposto dai
Rabhas, strettamente in questa traccia, si andrebbe a cadere fra un death old style e un brutal/grind odierno, cosa che può probabilmente incidere sui gusti dell'ascoltatore. La terza traccia è la title-track, con una struttura solida che gioca sulle accelerazioni e sui rallentamenti, scalfisce l'orecchio lasciando piacevolmente sorpresi.
"Un Pianeta di Meno" mostra quel lato psicotico di cui si era parlato al principio della recensione. Un brano che si stacca liberamente dai precedenti e che esibisce le diverse influenze dei membri dei Rabhas, a tratti sembrano quasi ricordare gli ultimi Philm di Dave Lombardo.
"Allucinazione Mortale" è inaugurata dal doom, genere che impera per quasi tutto il brano e nella quale viene sfoggiato un nuovo lato della band. Affascinante la parte dell'assolo, che affonda le radici nel prog e quasi nel jazz/fusion.
"...dell'Apparenza" cambia ancora una volta registro. Oscura e drammatica sembra persino avvicinarsi al thrash; un brano in cui si riscontrano nuovamente diverse ispirazioni sonore.
"Idiozia" rappresenta al meglio il concetto di death metal psicotico dei
Rabhas, con cambi di tempo e genere che si succedono lungo lo scorrere del pezzo.
"Tutti vs Tutti" torna su quel motivo ruvido essenziale che aveva caratterizzato l'inizio dell'album. La stridula outro porta la musica al silenzio.
"Demolizione" non è per nulla un disco semplice, di facile concezione o scontato. È invece un full-length articolato e pensato, che con una produzione di maggiore qualità avrebbe sicuramente guadagnato qualcosa in più. Buona la partenza per la formazione bolognese. Aspettiamo un nuovo capitolo per dare un giudizio definitivo.
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