Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2018
Durata:44 min.
Etichetta:Peaceville

Tracklist

  1. DOWN THE STEPS
  2. GARROTTE
  3. BALLCUTTER
  4. ORGAN SNATCHER
  5. THE INFOCIDAL
  6. HALF MAN HALF BEAST
  7. CRIMES SO VILE
  8. THOU SHALT KILL
  9. SHADOW GRIPPED
  10. DISPOSER

Line up

  • Ian Buchanan: bass
  • Carl Stokes: drums
  • John Walker: guitars, vocals

Voto medio utenti

Sarò estremamente breve e conciso: i CANCER rappresentano per me, insieme a Morgoth e pochi altri, la summa della massima delusione, personale oltre che artistica, provata dal sottoscritto nei tanti anni dedicati al metal.

Autori di due splendidi album ad inizio carriera, gli inglesi inciamparono dapprima in uno sciapissimo "The Sins of Mankind" (cosa del tutto comprensibile) per poi rinnegare tutto quanto di buono era stato fatto in precedenza con la firma per major e la pubblicazione di quell'aborto di "Black Faith" (con tanto di cambio di logo per tagliare col passato), per il cui totale fallimento con conseguente scioglimento ho goduto più che per lo scudetto della mia squadra del cuore.

Con il successivo comeback ben 10 anni dopo, nel 2005, dell'ancor peggiore "Spirit in Flames", pieno zeppo di contaminazioni industrial mal assortite, ed a fronte dell'ennesimo flop e nuovo split consideravo l'esistenza della band di Walker definitivamente conclusa...e invece no.

Dopo 13 anni rieccoli, in formazione originale e con il supporto della Peaceville Records - non una label qualsiasi - con questo "Shadow Gripped" che ci riconsegna il terzetto inglese alle prese con il vecchio caro death metal che ce li aveva fatti conoscere agli inizi degli anni '90.

Vi risparmierò il pippotto su quanto trovi patetico ed infantile tornare ad un genere che la band stessa ha schifato e rinnegato pur di racimolare un minimo interesse da parte di sostenitori ed etichette discografiche ma tant'è, sin dall'iniziale "Down the Steps" si capisce che la musica è cambiata in tutti i sensi e che questo disco, in un modo o nell'altro, sarà un capolavoro totale rispetto a "Spirit in Flames" o all'EP "Corporations".

Il death metal dei Cancer è - e non lo scrivo assolutamente con intenzioni negative - veramente primordiale, privo di qualsivoglia architettura, senza chissà quali alchimie sonore o bislacche soluzioni: riff semplici, pieni e corposi, quattro/quarti continui, costruzione basata su strofa/ritornello, voce growl di Walker sempre in buone condizioni, anzi fin troppo ribassata, assoli primitivi su cui sentiamo davvero l'assenza di un asso come James Murphy che impreziosì quel "Death Shall Rise" fino allo status di capolavoro.

Però, qui ci fermiamo.
Non riesco a comprendere l'entusiasmo di tanti colleghi di fronte questo "Shadow Gripped", a meno di fin troppo facili entusiasmi o di risibili parallelismi con quanto prodotto a metà anni 2000 dai Cancer che farebbe risultare meraviglioso un qualsiasi demotape di una band death metal thailandese: i brani, a parte due o tre eccezioni, sono tutti piuttosto piatti ed ordinari, mancano del tutto di quella scintilla di carica, di brutalità, di efferatezza, i riff non sono ne' incisivi ne' memorabili; è da apprezzare l'approccio totalmente old school, magari si batte anche il piede qua e là seguendo le ritmiche forsennate ma lineari del bravo Carl Stokes, ma in NESSUNO di questi dieci brani si può riscontrare anche un minimo della potenza ed energia di un qualsiasi pezzo di "To the Gory End", figuriamoci poi di "Death Shall Rise".

Ecco, a dirla tutta volendo possiamo azzardare un paragone proprio con il terzo album "The Sins of Mankind", che fu per me una delusione pazzesca nel 1993, con cui "Shadow Gripped" diciamo che se la batte, riuscendo tutto sommato ad uscirne vincitore, ma più per colpe altrui che per demeriti propri.

Se pensate sia il caso di dare l'ennesima chance ai Cancer e siete innamorati di un modo antico di suonare death metal (come il sottoscritto) allora potrete dare una chance a "Shadow Gripped" ma non pensate minimamente di trovarvi di fronte ad un album ispiratissimo nè tantomeno ad una band in forma come ad inizio carriera.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 07 nov 2018 alle 07:55

Hai avuto la tua chance con Corporation$ e l'hai gettata alle ortiche con un lavoro che definire schifezza immonda è riduttivo e ora ci riprovi cavalcando l'onda dell'old school? Se lo fai devi avere fra le mani un disco clamoroso cosa che questo non è. Dici bene che paragonato agli ultimi 2 questo fa gridare al miracolo, ma non basta

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