Alzi la mano chi sente la mancanza dei Timoria, in particolare di quelli operativi alla metà degli anni novanta, per il sottoscritto il loro periodo artistico migliore.
A coloro che si sono palesati (spero molti …), ora chiedo di impegnarsi in un piccolo sforzo d’immaginazione … supponete per un attimo che Francesco Renga non avesse scelto di assecondare i suoi sogni di successo
mainstream e che la
band bresciana, forte della sua meravigliosa laringe, avesse continuato a fare musica assorbendo influssi dalla scena contemporanea.
Ebbene, il risultato di tale fantasiosa elaborazione mentale non credo sarebbe poi tanto dissimile da quanto i loro concittadini
Desma hanno prodotto in quest’albo di debutto, recentemente pubblicato per l’Atomic Stuff Records.
“Identità anonime”, infatti, pur evocando immediatamente, complice pure il timbro e lo stile interpretativo dell’ottimo Alberto Gobbi, il ricordo di opere strepitose come “Viaggio senza vento” e “2020 Speedball”, non si limita a un’operazione “nostalgia”, ma include nelle sue fibre sonore pure rifrazioni d’elettronica e suggestioni di
alternative-rock “moderno”, tra bagliori di Subsonica e frammenti di Coldplay e Negramaro, a cui si aggiungono scorie di The Killers e Muse (le pulsazioni di “Ombre” sono emblematiche in questo senso).
Ne scaturisce un lavoro piuttosto efficace, abbastanza “ruffiano” per ambire a consensi “popolari”, ma capace anche di prodursi in “aristocratiche” esposizioni armoniche, degne dell’eccellenza del
prog italico (gli influssi di marca PFM concessi a “Indifferente”, per esempio), a comporre un quadro complessivo forse per certi versi ancora un pochino contraddittorio e tuttavia sempre gradevole e realizzato con gusto.
Come spesso accade con gli appartenenti alla categoria “esordienti di valore”, la sensazione predominante è che sarà sufficiente un pizzico di superiore esperienza per consolidare il
songwriting e rafforzare la personalità, svincolandosi sempre di più da modelli comunque assai nobili e, soprattutto, mai troppo pressanti o molesti.
Dei Desma sentiremo ancora parlare, ne sono assolutamente convinto ... e magari non solo in contesti (fieramente) “settoriali” come può essere una, benché
gloriosissima,
webzine d’estrazione
metallica.
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