Copertina 4,5

Info

Anno di uscita:2005
Durata:56 min.
Etichetta:Firedoom
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. OF DUST
  2. AND WATERS WILL CLOSE
  3. YOUR DARKNESS SHINE
  4. ONE LOST
  5. I FOUND NOTHING SACRED
  6. THESE EMPTY ROOMS
  7. DISAPPOINTMENT
  8. TO NEVER RETURN

Line up

  • Sami Rautio: vocals, guitars, keyboards
  • Mark Napier: drums

Voto medio utenti

Personalmente ero quasi convinto che l'ondata doom/death dell'etichetta Firedoom avrebbe prodotto ancora qualche capolavoro prima di spegnersi inevitabilmente con prove meno riuscite e in pieno affanno compositivo. Invece, dopo il grandissimo album dei finlandesi Forest Of Shadows, l'operato dei connazionali My Shameful mi lascia piuttosto freddo e disinteressato... E' un peccato, perché Sami Rautio e la sua quasi-one-man-band stavano crescendo positivamente in seguito al buon demo "To All I Hated". "Of Dust" non mantiene le promesse, dimostrandosi fin troppo duro ed inaccessibile. La musica dei My Shameful si è incupita (se possibile) ancora di più, puntando tutto su tempi lentissimi e composizioni mastodontiche. Verrebbero in mente anche i maestri My Dying Bride, se il tutto non scorresse in maniera così forzata ed innaturale. E' faticoso sopravvivere alla noia che imperversa per quasi un'ora di ascolto... e non si creda che questo tedio sia una caratteristica fondamentale per ogni album doom che si rispetti. Si può suonare con calma e dedizione ottenendo tutt'altro risultato, ma non è possibile derivarne una formula che funzioni in modo univoco per tutto il genere. Sami Rautio ha forse esagerato nel cercare di rendere 'sgradevole' la sua proposta, e la forzatura si sente. Non c'è un solo spiraglio di luce a guidarci in questa tenebra, non c'è un solo momento di respiro in cui soffermarsi a cercare il senso delle cose che l'autore ha cercato di trasmetterci. In questo modo l'ascolto dell'album procede solamente per inerzia, senza lasciare impresso nient'altro che il fastidio. Potrebbe sembrare un giudizio un pò troppo duro, ma da artisti che in partenza sembrano così promettenti è lecito aspettarsi prima o poi un vero e proprio salto di qualità. Cosa che "Of Dust" ovviamente non rappresenta, risultando alla fine un album decisamente sotto la sufficienza.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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