Il 2015 è appena iniziato e ha già piazzato qualche interessante nuova uscita da parte dei Big della scena metal. Sì, avete letto bene, Big, perché che vi piaccia o no i
Venom appartengono ancora di diritto a questa categoria. D’accordo, non tirano fuori un disco bomba dal lontano “Resurrection”, ormai è rimasto il solo Cronos a tirare avanti la baracca, sono 35 anni che fanno sempre lo stesso disco, bla bla bla… Chiacchiere, e come è noto queste se le porta il vento.
Chi come me ha avuto l’opportunità di vederli recentemente dal vivo si è reso subito conto di trovarsi davanti una band in grande spolvero, con i “nuovi” Rage e Danté a dare man forte al padre padrone dalla fronte spaziosa, quindi non vi nascondo che le mie aspettative per questo nuovo lavoro in studio erano abbastanza alte, dovute più che altro alla consapevolezza che la line up, stabile ormai da qualche anno, avesse raggiunto la piena maturità e di conseguenza la piena capacità di esprimere al meglio le sua potenzialità. Ed effettivamente è stato davvero così, visto che “From the very depths” rende finalmente giustizia al nome che spadroneggia in copertina e ci riconsegna una band decisamente tornata ai fasti di un tempo, il tutto senza risultare nostalgici o cloni di se stessi, ma, anzi, riuscendo a modernizzare il proprio sound quel tanto che basta per stare al passo coi tempi senza tradire il proprio status.
Non crediate, quindi, che i nostri abbiano drasticamente cambiato rotta, la ricetta è sempre la stessa: brani diretti, temi a sfondo satanico, stilemi metal a più non posso, e la sguaiatissima voce di Cronos a farla, come sempre, da padrone. Quindi, se “Metal black” era una vera e propria ciofeca, e “Hell” e “Fallen angel” convincevano solo a metà, questo nuovo capitolo non lascia nessun amaro in bocca, vince e convince, con una serie di brani davvero azzeccati, dalla granitica titletrack, a “Rise” (già proposta in anteprima negli ultimi live), dalle veloci e incazzate “The death of rock ‘n’ roll” e “Long haired punks” (che faranno la gioia dei fans di vecchia data) a “Stigmata Satanas”, che sembra uscita di pacca dagli anni ’80. E alla fine dell’ascolto saranno solo un paio i brani sotto tono, decisamente un bel passo avanti rispetto ai precedenti lavori.
Ma al di là di sterili considerazioni tecniche, quello che mi ha colpito di più di questo disco, oltre al forte senso di coesione che si percepisce tra i tre componenti della band di cui abbiamo già parlato, è stata la sensazione di freschezza e di spontaneità che traspare durante l’ascolto. C’è veramente ben poco di costruito a tavolino in questo album, si tratta solo di una manciata di brani istintivi, come istintivi erano i primi lavori del trio di Newcastle, ed è esattamente questo che ci aspettiamo da Cronos: irriverenza, cattiveria gratuita, sguaiatezza, cazzimma, tutti elementi decisamente presenti in “From the very depths”. Quindi, da vecchio fan, lasciatemelo dire con una certa dose di gioia: bentornati Venom!