Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2018
Durata:45 min.
Etichetta:SPV/Steamhammer

Tracklist

  1. THE HUTCH
  2. RUNNING TO PARADISE
  3. BEAT OF THE HEART
  4. D.A.M.N.
  5. SNOWDANCE
  6. THIRTY 5
  7. ALREADY GONE
  8. FALSE FREEDOM
  9. GOODBYE TO YOU
  10. ROCKY ROAD
  11. PARIS IS BURNING

Line up

  • Michael Voss: vocals, guitar
  • Jürgen Breforth: guitar
  • Thomas “Hutch” Bauer: bass
  • Axel Kruse: drums

Voto medio utenti

Era da un po’ non si facevano più “sentire”, ma evidentemente la celebrazione dei trentacinque anni di carriera era una circostanza troppo importante per non essere onorata nel migliore dei modi.
Ed ecco che “35” si rivela in effetti un disco eccellente, sulla scia dei migliori lavori dei Mad Max, veterani del class-metal del Vecchio Continente, in costante e preciso bilanciamento tra eleganza ed energia.
Difficile, dunque, se amate le melodie adescanti iniettate di robuste dosi di heavy-riffs non fremere di copiosa soddisfazione cardio-uditiva per una raccolta di canzoni ottimamente scritte e interpretate da “gente” che la materia la conosce assai bene e che (stavolta) non abusa del “mestiere” per conquistare gli estimatori del settore.
Michael Voss, Jürgen Breforth, Thomas “Hutch” Bauer e Axel Kruse v’investiranno con la loro vivacità espressiva e con un’avvincente miscela di Scorpions, Hurricane, Bonfire e Dokken (molto riuscita, tra l’altro, la cover dell’immortale “Paris is burning”), regalandovi una sequenza di brani decisamente coinvolgenti, a partire da (dopo l’intro “The hutch”) una vorticosa “Running to paradise”, che suona come potrebbe fare una jam tra i Malice e gli stessi Dokken.
Beat of the heart”, con il suo impatto pulsante e istantaneo, è un altro episodio di spicco dell’albo e, all'interno di un similare profilo stilistico, appena inferiore si rivela l’anthemicaD.A.M.N.”, mentre “Snowdance” si avvicina agli abrasivi territori del metallo “da strada” con esiti di tutto rispetto.
Voss fornisce un saggio del suo eclettismo vocale nelle emozionanti introspezioni di “Thirty 5” e negli intensi accenti passionali di “Rocky road”, e se cercate altre smaniose e robuste linee armoniche ne troverete di parecchio intriganti nelle possenti “Already gone” e “False freedom”.
La cromata “Goodbye to you” è l’esuberante saluto di un gruppo che, dopo aver impartito autorevoli lezioni di melodic metal mitteleuropeo, dimostra di avere ancora molto da dare al genere … un “arrivederci” che accogliamo con rinnovato entusiasmo.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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