Copertina 5,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2005
Durata:38 min.
Etichetta:Earache
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. THE BONES OF MY ENEMIES
  2. SUPERNATURAL KILLING SPREE
  3. KILL FOR METAL
  4. CONQUEST OF THE GROTESQUE
  5. ECTOPLASM
  6. REPTILIAN
  7. CRYPTOBEAST
  8. WRATH OF GOD
  9. WARRIORS OF IRONS & RUST (BATTALIONS OF THE NEW MILLENNIUM)

Line up

  • Danny Lawson: vocals
  • Rich Scythe: guitars
  • Carcass Chris: guitars
  • Joe Necromancer: bass
  • Apocalyptic Warlord: drums

Voto medio utenti

Che tristezza vedere la Earache abbassarsi a produrre gruppi mediocri come questi 'chicaghesi' Usurper, convinti che suonare metal voglia dire solo cantare di morte, sangue e distruzione. Come una specie di "Horror Show" dei poveri (sentire il plagio in Ectoplasm), "Cryptobeast" racconta di mostri, esseri soprannaturali, mutazioni culminanti nel definitivo inno dedicato al metal. Ma ci arriveremo con calma, poco alla volta. Gli Usurper suonano un death metal sporcato da ritmiche che spesso e volentieri si tuffano a pescare a piene mani nel thrash americano di fine anni ottanta; il ritorno del primo potentissimo batterista, e l'arrivo del nuovo cantante hanno rivitalizzato in qualche modo la formazione, permettendo addirittura di osare qualcosa in più tentando di seguire le orme dei Celtic Frost - ad esempio in "Bones Of My Enemies". La tecnica esecutiva e la produzione sono ad ottimi livelli, come è lecito aspettarsi da una band death metal americana. I problemi dunque sorgono da altre parti, ad esempio quando per dieci volte di fila ci tocca ascoltare gli stessi banalissimi ritornelli con tanto di ripetizione 'ad libitum' di una stessa frase: lampante il caso di "Kill For Metal", con un testo alla Manowar e l'inno 'Kill, Kill, Kill, Kill, Kill..." che vi accompagnerà fino alla nausea. Peccato per queste pacchiane cadute di stile, perché altrimenti gli Usurper sarebbero anche in grado di dire la loro senza alzare troppo la voce. Voglio dire, queste sono cose che abbiamo già ascoltato un milione di volte, buone solo per mettere al massimo il volume e magari sbattere la testa in macchina con gli amici. Ma dopo un paio di ascolti di seguito già l'interesse cala ai minimi storici, e l'impressione che "Cryptobeast" sia un tutto fuorché un album imprescindibile si affaccia inesorabile nella mente dell'incauto ascoltatore. Bisogna fare di più per differenziare una proposta così poco personale... ma più di così gli Usurper non avrebbero neanche voluto fare, alla fine il loro onesto lavoro l'hanno anche portato a casa!
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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