Negli ultimi anni il genere musicale proposto dai Buried Inside sembra andare particolarmente di moda: dai nomi più famosi come Isis, Neurosis, Converge fino ad arrivare a validi gruppi che non sono mai riusciti a sfondare (mi vengono in mente i Cult Of Luna), è innegabile che si sia andato formando con il tempo una scena ben definita. Stiamo parlando del cosiddetto post-hardcore, chiamato così in questo contesto per la sua caratteristica di fondere insieme l'aggressività e la violenza dell'hardcore con la monoliticità del doom metal. I Buried Inside non fanno eccezione, quasi come se il loro operato fosse definito da rigidi standard e da regole ben precise, adagiandosi completamente su strutture ormai consolidate dagli illustri predecessori. Niente da dire riguardo alla bellezza dei pezzi, dieci tracce dedicate alla concezione del tempo secondo varie interpretazioni. Tra vibrazioni più metalliche, liquidi ed introspettivi rallentamenti, improvvise accelerazioni accompagnate da disperate vocals, c'è davvero poco da stare tranquilli. L'ascolto di "Chronoclast", come potrete immaginare, non è affatto dei più semplici... ci vogliono molti tentativi prima di riuscire ad entrare con lo stato d'animo giusto nello stralunato mondo creato dai Buried Inside. Per questi motivi non mi sento di consigliare a nessuno l'album a priori... se conoscete già altri gruppi tra quelli citati in apertura vi sarete già fatti un'idea riguardo a quello che vi aspetta. In caso contrario consiglio un prolungato ascolto preventivo, per evitare di trovarvi spiazzati poi. Uomo avvisato, ...
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