Al lavoro avete subito dovuto subire per l’ennesima volta le assurdità di un mondo fatto di fantomatici “manager”? Durante il viaggio di ritorno a casa (a serata inoltrata …) avete dovuto scontrarvi con una popolazione di automobilisti convinti che “tagliare la strada” al prossimo rappresenti una manifestazione di scaltrezza e superiorità?
Una volta arrivati tra le agognate mura domestiche avete cercato un po’ di ristoro nella televisione, ricevendo in cambio solo una vaga sensazione di disgusto, in un crogiolo di vuoti proclami, populismo, insulsaggini assortite e brutte notizie?
Ebbene, se vi è capitata una situazione in qualche modo simile a quella descritta, voglio consigliarvi un rimedio che con il sottoscritto ha funzionato egregiamente: l’ascolto (possibilmente ad alto volume!) di “Out of the cage” delle
Cellulite Star, un disco capace di cancellare con la sua straordinaria
verve espressiva ogni effetto del celeberrimo “logorio della vita moderna”.
Il gruppo veneto ha raggiunto un livello di sicurezza e personalità davvero invidiabile, sciorinando con disinvoltura una dozzina di appassionanti frammenti di
rock n’ roll, tanto intensi, accattivanti e coinvolgenti da saturare i sensi di ondate imperiose di
good vibrations.
Voce decisa e ammaliante,
riff armonici e incisivi e una sezione ritmica martellante costituiscono la base su cui si sviluppa con naturalezza e ironia (il
monicker stesso della band è alquanto eloquente in tal senso …) un percorso sonoro privo di cedimenti, in cui l’insegnamento dei grandi del genere (dalle Runaways ai Motley Crue) è stato pienamente metabolizzato ed esplode in tutta la sua seducente irruenza.
Con il supporto in fase di produzione e registrazione di Davide “Damna” Moras (pure
songwriter e ospite in “Cruel” e “The maze that I am”, due dei tanti gioiellini dell’opera) e Federico Pennazzato degli strepitosi Hell In The Club, l’albo vi conquisterà fin dal primo contatto, grazie a canzoni grintose ed emozionanti come “Alpha woman”, “Hooking up with the wrong guy” e “When the dancefloor is dead” o ancora come l’infettiva
title-track, la fragorosa “F.A.N.S.” e il riuscito “esperimento” in madrelingua “Vivo perché sogno”, prelevate in ordine sparso da un programma, tengo a ribadirlo, convincente nella sua totalità.
“Out of the cage”, insomma, è un
Cd divertente, adrenalinico e sagace, in grado di interpretare con innata freschezza una formula stilistica immarcescibile … ottimo per le “giornate storte” e perfetto anche per tutte le altre.
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