Copertina 7

Info

Anno di uscita:2022
Durata:non disponibile
Etichetta:Pride & Joy Music

Tracklist

  1. SEVEN DAYS
  2. DEVIL’S BILL
  3. SPREAD YOUR WINGS
  4. HEALERMAN
  5. LIKE THE OTHERS
  6. NEVER STOP BELIEVING
  7. ANGELS IN DISGUISE
  8. MY LAST KISS
  9. PAINT THE SKY
  10. DAYS OF WINE

Line up

  • Leif Digernes: vocals
  • Leif Johansen: bass, keyboards, vocals
  • Geir Digernes: drums, percussion
  • Tom Sennerud: guitar, vocals
  • Jon Johannessen: guitar

Voto medio utenti

Nonostante la denominazione del gruppo sia abbastanza “particolare” e i suoi componenti possano contare su curricula di rilievo, il rischio che il debutto eponimo dei Days Of Wine finisca per perdersi nel mare magnum delle uscite contemporanee è piuttosto concreto.
E sarebbe un peccato, soprattutto per gli estimatori del “rock classico” di matrice statunitense, intriso dalla malinconia del blues, sferzato dalla grinta del rock n’ roll e avvolto dal broccato dell’AOR.
E allora proviamo ad attirare l’attenzione di questi ultimi iniziando col rivelare che dietro a tale enologico monicker si “nascondono” musicisti esperti della scena scandinava (Stuntbandet, 21 Guns, Phenomena, A-Ha e Sons Of Angels, sono solo alcune delle loro esperienze professionali) e che all’opera hanno preso parte ospiti del calibro di Gregg & Matt Bissonette (David Lee Roth, Ringo Starr, Joe Satriani, Toto, Santana, Ozzy Osbourne, …), Jon Pettersen (Ammunition), Markus Klyve (Tekro’s Kingdom), Lars Andrè Kvistum (Conception) e Ronni Le Tekro (TNT, Tekro’s Kingdom).
Anche a chi fosse rimasto “indifferente” di fronte a tali informazioni suggerisco di non snobbare “Days of wine”, un lavoro che sa colpire piacevolmente grazie ai suoi contenuti sonori, come anticipato esplicitati attraverso un misto di rock-blues AOR-eggiante davvero gradevole, pilotato dalla voce calda di Leif Digernes (capace di intriganti sfumature Bowie-esche …), per chi scrive una vera “sorpresa”, seppur all’interno di un canovaccio espressivo tutt’altro che sorprendente.
Il “segreto” sta nella capacità di scrivere e interpretare con innata sensibilità brani pulsanti come “Seven days”, frammenti notturni e vellutati come “Devil’s bill” e "Angels in disguise” o delizie “radiofoniche” del livello di “Spread your wings”, perfetta anche per impreziosire la colonna sonora di una pellicola d’ispirazione ottantiana.
L’elettroacustica “Healerman”, intensa e pervasa di garbata nostalgia, rappresenta un'altra opportunità per ostentare le notevoli doti vocali di Digernes, mentre con la solare “Like the others” e “Never stop believing” a riconquistare il proscenio è il tipico clima da “sogno americano”.
Bad Company e The Law vengono rievocati con buongusto nel grintoso singolo “My last kiss” e qualora abbiate ancora bisogno di conferme sull’attitudine alla materia dei Days Of Wine, arrivano la passionale “Paint the sky” (appena uno zinzino stucchevole, invero) e la vibrante title-track dell’albo a fugare ogni eventuale dubbio residuo.
Siamo di fronte, insomma, a un disco che sa di “antico” e tuttavia per merito di un feeling autentico non scade nella parodia e che mi sento di consigliare a tutti i rockofili (anche agli astemi …) amanti della inossidabile tradizione del genere.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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