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Death metal band from Kuwait"
Fantastico! Chi non ne sarebbe attratto?
Con questo spirito e parecchio entusiasmo, mi sono approcciato all'esordio discografico dei
Voice of The Soul, convinto di trovare tracce di "mediorientalità" mescolata ad un grezzo death metal.
Manco per il cavolo! (Il cavolo? Che fatica, edulcorare me è come mettere i rettangoli neri nelle parti intime di un porno, usate l'immaginazione).
Questi ragazzi suonano in modo pulito, quasi raffinato. Sempre di death metal parliamo ma senza correre troppo, ci si perde tra densi mid tempo ed atmosfere pregne di mestizia, sorrette da tastiere mai fuori posto. Il groove malinconico è l'assoluto protagonista del disco, composto di canzoni oscure, guidate dal potente growl di
Kareem Chehayeb ma non per questo semplici, anzi, le composizioni sanno anche essere delicate e glaciali (
Cold Rapture). Le chitarre (mai sovraesposte) arpeggiano e vangano accordi con decisione, spesso in interazione con le tastiere, mentre il basso è mantenuto bene in evidenza. Più in generale, possiamo dire che questi ragazzi padroneggiano bene un suono che deriva da
Opeth, Insomnium, Dark Tranquillity e riescono a creare un disco di debutto che sembra già molto maturo per la cura con cui è stato scritto e la precisione con cui è stato suonato.
Vi invito a date un ascolto alla traccia qui sotto che è abbastanza esplicativa; tutte le canzoni sono però varie ed interessanti. Bravi.
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