Vardan - The Night, the Loneliness

Copertina 5,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2015
Durata:38 min.
Etichetta:Moribound Records
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. PT.1
  2. PT.2
  3. PT.3
  4. PT.4
  5. PT.5
  6. PT.6

Line up

  • Vardan: all instruments

Voto medio utenti

Fare il mestiere del recensore non è mai semplice, soprattutto quando si deve giudicare negativamente un disco. “The Night, The Loneliness” esce il 17 febbraio 2015 per Moribound Records. Trattasi dell’ultimo dissacrante full a sfondo DSBM del siculo VARDAN. Personaggio eclettico dalle mille sfaccettature, con una carriera in piena attività che porta avanti dal lontano 1997 e con ben una decina circa di album all’attivo sulle spalle. Il suo modo di fare ambient non è passato inosservato, in quanto può senza dubbio nutrire di una grande esperienza a livello musicale, tuttavia con questo ultimo lavoro, iniziano a sentirsi i primi scricchiolii di cedimento.

Mentre si ascolta il disco, fin dal primo brano, si nota immediatamente un particolare attaccamento allo stile Burzumiano. Le atmosfere sono gestite molto bene, si intersecano tra loro a livello emozionale, come una danza spettrale di morte e gelidi respiri, nell’oscuro corridoio della disperazione. L’ambient, creato con l’insieme dei suoni e le urla classiche in sottofondo, fanno capolino alimentando il pensiero che, per la realizzazione di questo disco Vardan, si sia ispirato a “Filosofem” full di Burzum del 1996, forse azzardando un po’ troppo certi suoni che sono davvero clamorosamente molto simili. Cercando di distogliere l’attenzione da questo pensiero, tuttavia resta da sottolineare comunque, che è un disco registrato bene senza alcun dubbio, per gli amanti del genere DSBM è un full senz’altro da avere nella propria collezione, anche se per certi versi sono suoni già sentiti e già sperimentati. Vardan resta una delle personalità di spicco di questo genere indubbiamente, e uno scivolone può anche essere concesso, dopo tanti anni di attività davvero intensa senza mai fermarsi un istante. Tuttavia l’attesa è da considerarsi valida, sperando che il prossimo full sia davvero la sua consacrazione finale.
Recensione a cura di Helena Kiske

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