Mi fanno ridere, tutti coloro che si scandalizzano per i testi oltraggiosi di questo "
Skills in Pills": Li trovo ovunque, dalle webzines minori alle grandi riviste di settore, tutti a fare interviste sbrodolanti a
Till o a
Peter Tägtgren, sua metà in questo sodalizio artistico. "Oddio, parlate di aborto; madunina, quel testo sull'omosessualità; ussignur "Golden Shower", che argomento peccaminoso"...
Asini.
Non dico sapere il tedesco, posso capire, ma esiste anche una miriade di traduttori online. I Rammstein trattano cose ben peggiori di quelle DA ANNI, e con molta, molta più poesia. Ma certo, parlarne in tedesco riduce la portata della 'bomba mediatica', adesso invece saranno in tanti a capirlo. Che band oltraggiosa, che band coraggiosa i
Lindemann, che progetto sopra le righe, che arditi...
Ma per favore. Questo "
Skills in Pills" è per chi vi scrive un maldestro tentativo di mettere insieme gli 'hooks' commerciali dei Rammstein, al momento fermi, con la produzione e la cultura musicale di uno come Tägtgren, nel tentativo di creare un progetto spilla-soldi, fatto con tre idee in croce, una produzione onestamente perfetta, e zero programmi per il futuro. Come dire, 'se se famo na barca de sordi annamo avanti, sennò bella regà'.
Vabbé. Al netto di tutto ciò, i brani sono piacevoli, le linee vocali non hanno un briciolo della poesia grottesca dei R+, e i 45 minuti di "Skills in Pills" mi scorrono sulla pelle facendo pochi danni, anzi urticandomi un pò. E, per inciso, chi vi parla è un fan sfegatato del sestetto berlinese. Anzi, proprio per questo, odio quando vedo qualcuno mangiare in testa alla propria band, solo per fare due soldi in più e darsi un tono nei salotti bene. Till, Till, che bisogno c'era... Aspettare è passato di moda, ormai.
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