Nightwish - Endless Forms Most Beautiful

Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2015
Durata:79 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SHUDDER BEFORE THE BEAUTIFUL
  2. WEAK FANTASY
  3. ÉLAN
  4. YOURS IS AN EMPTY HOPE
  5. OUR DECADES IN THE SUN
  6. MY WALDEN
  7. ENDLESS FORMS MOST BEAUTIFUL
  8. EDEMA RUH
  9. ALPENGLOW
  10. THE EYES OF SHARBAT GULA
  11. THE GREATEST SHOW ON EARTH

Line up

  • Floor Jansen: vocals
  • Troy Donockley: fischietti vari
  • Marco Hietala: bass, vocals, acoustic guitars
  • Tuomas Holopainen: keyboards, piano
  • Emppu Vuorinen: guitars

Voto medio utenti

Ottavo album per i multimilionari Nightwish che arrivano al nuovo (effettivamente) attesissimo “Endless Forms Most Beautiful” con delle importanti rivoluzioni alla line up schierata: entra in maniera fissa Troy Donockley alle trombette, pifferi e cornamuse varie, esce per lo stress il simpatico batterista bandanato Jukka Nevalainen (sostituito dal bravo Kai Hahto dei Wintersun) e soprattutto esce la brava Anette Olzon che quindi ci consegna il terzo switch di vocalist del gruppo finnico, che cambia nazione e per stavolta si affida all’olandese Floorona Jansen, ex After Forever e reduce dal flop dei suoi ReVamp. Il tutto dopo un “Imaginaerum” che senza dubbio ha fatto centro a livello commerciale ma che a livello artistico aveva lasciato un profondo amaro in bocca: troppo sfarzoso, troppo ricco, sovrabbondante di orchestrazioni e sinfonie, millemila momenti di stop che giungevano nel momento di massimo splendore dei pezzi, perché – e questo ad onore del vero va sempre detto – spessissimo le melodie del genio del male Tuomas Poppolainen sono a dir poco azzeccate, coinvolgenti ed assimilabili in men che non si dica. Sfortunatamente, anche lui è un altro che ha un ego leggerissimamente smisurato e quindi è convinto di essere un mix tra Basil Poledouris e Hans Zimmer, dedicandosi a questo dannato score metal che di metal ha sempre meno e che, ahimè, fa sempre più proseliti…


Detto questo, mi sono avvicinato molto scettico a “Endless Forms Most Beautiful”, attendendomi qualcosa di ancora più monumentale e mastodontico, in una sola parola, palloso.
Ed invece Tuomas me l’ha fatta ancora una volta. Così come ai tempi di “Dark Passion Play” quando mi attendevo un lavoro moscissimo ed invece se ne uscì col disco nettamente più bello dell’era post-Tarja (ma anche di quella finale con Tarja…), ecco che il nuovo disco è di nuovo un bel disco dei Nightwish più asciutti e lineari, presentando dei brani non appesantiti da inutili orpelli, che hanno una struttura normale ovviamente sempre pensando che stiamo parlando dei Nightwish e che quindi c’è sempre un certo lavoro sotto a livello di arrangiamenti e di una produzione a dir poco stellare.

Già l’opener “Shudder Before the Beautiful” ci aveva stupito per la sua “semplicità”, e sebbene l’influenza di “Dark Chest of Wonders” sia ben più che evidente, non possiamo certo lamentarci del risultato finale, né del fatto che venga presa ad esempio una delle canzoni più riuscite della loro ormai nutrita discografia: incedere metal, assoli metal, grinta che non si sentiva da tempo…incredibile. E la successiva “Weak Fantasy”, sebbene non così ammaliante, riesce a meravigliarci ancora di più a causa di un’aura pesante che stentavamo a ricordare, sfociante in un chorus ossessivo quanto drammatico.
Elan” è il singolone melodicone romanticone in cui i Nightwish ricordano gli Eluveitie più commerciali (o viceversa) ma tutto sommato è piacevole e discorrente, anche perché “the best has yet to come”: “Yours is an Empty Hope”, con il sempre odioso Hietala che gioca a fare il cantante sugli scudi, è l’unico brano che non convince appieno, a causa di melodie non proprio vincenti e la sindrome di “Imaginaerum” che prova a tornar fuori (sebbene sia da citare il favoloso crescendo finale), fortunatamente subito scacciata da quello che a nostro avviso è il pezzo migliore di tutto il disco: “Our Decades in the Sun”, dalla sua apertura delicata e dal proseguo cinematografico ma senza eccessi, tra altalene di emozioni e momenti, davvero ottimamente resi.

Anche la successiva “My Walden”, una sorta di “Last of the Wilds” parte seconda (anche se stavolta c’è anche la parte cantata) colpisce nel segno per entusiasmo e freschezza, e così la title track che per una volta non è un polpettone pesantissimo da digerire ma presenta le stesse peculiarità delle altre, peraltro sfocianti nuovamente in un ottimo chorus. La sognante “Edema Ruh” ed “Alpenglow” chiudono in maniera ottimale prima della strumentale “The Eyes of Sharbat Gula”, che possiamo più considerare una lunga outro cinematografica che un brano in sé e per sé.


Ma voi non siete stupidi, e Tuomas tantomeno. Manca un brano, non è vero? Eh si….l’ultimo.
Non so se gli sia stato imposto (difficile, visto il suo carattere) o se lo abbia capito da solo, fatto sta che da un disco ad un altro non è che il signorino sia diventato di colpo sobrio e misurato, tutt’altro. Semplicemente tutta la sua boria musicale che ci ha risparmiato per un disco intero, per lunghi 50 minuti, per dieci brani, quella boria che ha trasformato un buon disco come “Imaginaerum” in una mattonata indigeribile, anziché distribuirla spalmata su tutto il disco ce l'ha condensata nella suite finale “The Greatest Show on Earth”, in cui il sommo dà sfogo a tutta la sua tracotanza in luuuuuuuuuunghissimi VENTIQUATTRO minuti che non auguro al mio peggior nemico: che poi, come al solito, di parti belline ed anche esaltanti ce ne sono a mucchi, ma sono costantemente spezzate, interrotte e sprecate da silenzi, cambi di palco, trombette varie, passi nel corridoio, voci narrate…insomma, le solite due palle.
Ma questo GENIO le ha confinate in un brano solo, senza sciupare tutto il resto! Dio sia lodato!
Chi vuole se lo ascolta, per tutti gli altri rimane un gradevolissimo disco dei Nightwish non rovinato da cotanta spocchia musicale.
Grazie Tuomas, ci metterei la firma se ogni tuo disco fosse risparmiato così!


Ma voi non siete stupidi, parte seconda. I più scaltri di voi, al termine di questa disamina, si saranno già chiesti “ma quando diavolo hai intenzione di parlare di Floor?
Eh si, perché i Nightwish non sono solamente (ottima) musica, ma sono anche gossip, chiacchiericcio, moda, merchandising, pianti a dirotto, vocalist che lasciano il palco a metà concerto, interviste al veleno delle ex, e quindi la parte della cantante è una delle principali.

Ma stavolta, ahimè, la vocalist è una delle parti più deboli di tutto il lavoro.
E sinceramente me ne dolgo, perché Floor è simpatica, alta, bella, mascellona e pure sexy se vogliamo ma con tutto il bene…non è al livello dei Nightwish, tantomeno delle sue colleghe silurate.
Troppo piatta, poco espressiva, non riesce ad incidere quanto dovrebbe, non mette il turbo, non lascia il segno: riesce qualcosa nella bella già citata “Our Decades in the Sun” ma per una band come questa serviva tutt’altra prepotenza vocale, intensità, espressività.

Purtroppo i dubbi che avevamo palesato nella recensione del live “Showtime, Storytime” si sono concretizzati e la Floorona non sta al passo della sua band: beninteso, non che canti male o sia incapace, per carità ma…avete presente quando un amico vi dice “ehi c’è mia cugina ha una band e stasera suona alla sagra della patata leonessana, la andiamo a vedere?”, voi andate ed effettivamente la tipa è brava, canta bene, coinvolge la gente e tutti le tributano applausi e voi col vostro bel cartoccio di patate in mano pensate che oltre ad esser brava le dareste volentieri pure due o tre bei colpi?
Ecco, qualcosa del genere.

Però per far decollare oltremodo i brani ci voleva di più, ci voleva una voce particolarissima, come quella di Tarja, o una voce magnifica, come quella di Anette. Quella di Floor è “solo” una bella voce, come ce ne sono tantissime in giro.
Questo però non toglie il valore di un disco come “Endless Forms Most Beautiful”, un’opera che ci ha sorpreso e fregato, noi eravamo lì già pronti a stroncare questo “Imaginaerum” parte seconda, ed invece il colpo di genio di Tuomas ha rovesciato tutto: Tuomas 2 – Graz 0, piglia e porta a casa!

Lunga vita ai Nightwish, autentici geni musicali e del marketing degli ultimi 20 anni.



Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 13 mar 2018 alle 16:12

Alla luce dello show dal vivo che ho potuto vedere, dopo 3 anni nuovo commento: Floor Jansen dal vivo ha pettinato tutti. E' stata usata "male" in questo disco, troppo limitata da Holopainen. Comunque confermo il 7, questo album continua a piacermi e della suite finale ascolto solo i 6 minuti finali :) Speriamo nel prossimo!

Inserito il 13 apr 2015 alle 09:53

A me il disco è piaciuto e anche molto. Inizialmente l'ho snobbato,ma ascoltandolo con attenzione e immergendomi nelle visioni cinematiche che il disco emana(dopo aver visto il film "Lucy"mi pare ci sia una qualche strana relazione),mi sono ricreduto(anche se la produzione del disco mi aveva già ben impressionato per quanto il genere non sia più innovativo come un tempo). E devo dire che le cose definite "pallose"in sede di recensione servono perfettamente alla visione filmica. Io credo che se uno vuole trovare del Metal Classico qui ha sbagliato disco,questo è un album fatto anche per pensare a scoperte scientifiche attuali(ovviamente mediate dagli occhi dell'immaginazione degli artisti in causa). Floor è una gran cantante,altro che Olzon,è in grado di cantare metal,pop,lirica anche e più di Tarja(magari sul versante lirico è più brava Tarja). Non sarà il mio genere preferito il symphonic metal,(soprattutto per il problema della non riproducibilità dal vivo del materiale e per la supremazia delle tastiere a discapito della chitarra),però questo è un signor disco del genere.

Inserito il 10 apr 2015 alle 09:48

Io ve lo dico, al terzo ascolto trovo The Greatest Show On Earth meravigliosa!!!!!!!!!!

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