DOWNFALL OF NUR è un progetto, che vede la luce nel 2013, con un percorso intenso dedicato interamente alla natura e ai suoi processi di cambiamento, al folklore e alla magia che trasmette un luogo come la cosiddetta Barbagia. Una vasta regione montuosa della Sardegna centrale, che si estende sui fianchi del massiccio del Gennargentu. La regione è costituita dall'areale del Gennargentu e dell'Ogliastra (zona affine culturalmente), dal Supramonte e dal nuorese fino a Bitti. Confina con la Gallura, la Baronia, l'Oristanese, la valle del Tirso e il Sarcidano e copre un'area di circa 1.300 km² con una popolazione di circa 120.000 abitanti. Tutta questa introduzione è necessaria a farci un’idea di come questo artista geniale, controverso e crudele in alcuni passaggi, abbia dedicato la sua esistenza a trasformare in musica la propria provenienza etimologica e la propria natura legata da un filo invisibile che collega la Sardegna (Terra di Origine del musicista) all’Argentina (Terra dove Risiede e vive).
“Umbras de Barbagia” Sfumature di Barbagia, esce il 21 marzo con la poliedrica Avantgarde Music, per la durata di quasi un’ora di ascolto. Il full fa parte di un ciclo di una serie di dischi realizzati dall’artista e musicista Antonio Sanna, in arte A. (che fu tra l’altro l’esecutore materiale degli ormai sciolti Drowned In November) , partito con l’uscita del primo EP intitolato “Umbras de Forestas” nel 2014 ed ora con quest’ultimo.
La struttura degli arrangiamenti è sofisticata, con un interessante accostamento tra strumenti a fiato autoctoni e totalmente folkloristici e chitarra suonata in pulito, che riproducono melodie popolari che lasciano immaginare un trasporto mentale e spirituale intenso. Le parti vocali delle freddissime urla agghiaccianti, che richiamano accenni al black metal tipico norvegese degli anni ’90, sono affidate a Dany Tee, che dimostra una particolare somiglianza alle vocalità di un primissimo Vikerness e un lancinante Stephan Paut degli Alcest e una versatilità notevole, in grado di soddisfare le esigenze compositive delle varie atmosfere che vanno dal lento al veloce, al melodico struggente all’estremo. Da tenere presente la presenza di una cornamusa che accompagna diversi brani del platter come un compagno di viaggio, destinato a rimanere nella mente di chi ascolta. Una vastissima varietà di stili, generi e intensità e tempi hanno fatto si che questo album potesse quasi senza farlo apposta, arrivare immediatamente in cima ad una ipotetica classifica dei migliori dischi dell’anno 2015.
Certamente nulla di nuovo a livello stilistico, sia chiaro, ma resta il fatto che questo lavoro è stato assemblato in maniera davvero magistrale, tenendo presente determinati aspetti importanti legati al folklore e al popolarismo musicale. Di Umbras de Barbagia restano le sfumature di un viaggio bellissimo, magico e da brividi, in grado di accontentare i gusti di chi si approccia già con realtà più conosciute come ad esempio gli
Agalloch, gli
Ulver fino ai
Woods Of Desolation.
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