I
Wells Valley sono di Lisbona, ma non trasmettono nulla del calore e della solarità del Portogallo. Il loro sound è sferragliante post-metal dai toni dark e feroci, condito dallo screaming urticante di Filipe Correia e da una vibrazione sperimentale che attraversa tutto l’album.
Sicuramente influenzati dai Neurosis, ma anche da Tool e perfino con tracce dei primi Voivod (la visionaria Star over a wheel), l’approccio del trio è basato su una disperazione aggressiva, sul flusso di un metal di ultima generazione senza compromessi. Distorsioni e ritmiche-panzer, rallentamenti ed esplosioni di furore rabbioso, caratterizzano brani come “Ghost of you” o “Sacred mountain”, con l’aggiunta di un’indole negativa e suburbana.
Non emerge una particolare originalità, questo va detto, ma i lusitani sono credibili e potranno piacere a chi apprezza le ultime derive metalliche.
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