Certo, non saranno particolarmente (o minimamente...) originali, ma è innegabile che a trentacinque anni di loro esordi gli
Agnostic Front siano ancora, e sempre, coerenti.
"The American Dream Died" è una veloce (ancora sotto la mezzora) denuncia di come il
sogno americano si sia infranto - ormai da tempo - sotto i colpi dell'ipocrisia, dell'avidità, della violenza.
Una denuncia senza mezzi termini, fatta con quei i toni violenti e parossistici tipici della proposta Hardcore Punk che caratterizza la formazione newyorkese, niente di nuovo sul
fronte occidentale quindi, ma anche tutta quella violenza che scuote il mondo non è certo nulla di originale... ogni volta è praticamente la stessa storia, al più cambiano gli attori e il fondale sul quale vediamo le pedine fare le proprie mosse.
E lo stesso vale per gli Agnostic Front, Roger Miret e Vinnie Stigma hanno ormai riallacciato la loro collaborazione, e la formazione è ancor più solida, rafforzata da un secondo chitarrista, Craig Silverman (Blood For Blood, Slapshot...) che si va a aggiungere ad una sezione ritmica ben affiatata, come quella formata da Mike Gallo e Pokey Mo. Le canzoni, già dal titolo non lasciano trapelare alcun compromesso, e comunque sarebbe difficile trovarne in queste schegge affilate e brucianti, che non superano mai i tre minuti di durata,
Gli Agnostic Front non sembrano essere scalfiti ne dagli anni alle spalle e nemmeno dal dover essere li a buttare in faccia all'ascoltatore una scomoda realtà che non sembra mai voler cambiare, la titletrack è rabbiosa e la successiva "Police" oppure la bruciante "No War Fuck You" lo sono ancora di più. Tra tanta furia. "Never Walk Alone" (con ai cori Lou Keller dei Sick Of It All, Freddy Cricien dei Madball e Toby Morse degli H2O), "Old New York" e la conclusiva "Just Like Yesterday" si fanno notare - e apprezzare - per il loro approccio più punkettaro che può far pensare ai Roger Miret and The Disasters.
"The American Dream Died" è l'album che ci si poteva e doveva aspettare dagli Agnostic Front.
Nessun compromesso.
You want it all, but you can't
read it
It's in your face, but you can't
read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the
review
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