Ad Nauseam - Nihil Quam Vacuitas Ordinatum Est

Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2015
Durata:55 min.
Etichetta:Lavadome Productions

Tracklist

  1. MY BURIED DREAM
  2. KEY TO TIMELESS LAWS
  3. LA MAISON DIEV
  4. INTO THE VOID EYE
  5. TERROR HAZE
  6. LOST IN THE ANTIVERSE
  7. THE BLACK VEIL OF ORIGINAL FLAW
  8. SUPERIMPOSING MERE WILL AND SHEER NEED

Line up

  • Andrea P.: guitar and vocals
  • Matteo G.: guitar and backing vocals
  • Andrea S.: drums
  • Matteo B.: bass

Voto medio utenti

Dopo il bellissimo debutto degli Heaving Earth di pochi mesi fa, ecco che la sempre attenta Lavadome Production fa esordire gli italianissimi Ad Nauseam, ed è un altro centro. Sembra uno spot pubblicitario per la label ceca (che comunque lavora molto bene) ma la qualità di Nihil Quam Vacuitas Ordinatum Est c'è tutta, ed è qui, misurabile, palpabile ma... con molta calma.
Sì perché il disco del quartetto veneto è qualcosa di molto, molto complesso. Durante i primi due ascolti di fila mi sentivo sulla testa un grosso punto interrogativo che mi seguiva per la stanza a mò di nuvola di Fantozzi, non nato dalla dubbia efficacia della musica, anzi, ma dalla sua estrema complessità. I

l death metal dei Nostri è, infatti, parecchio tecnico ed abbiamo a che fare con una valanga di bei riff, spesso creati in contrapposizione ad arpeggi dissonanti, il che dà vita ad un suono denso e spesso, assai intricato e pieno zeppo di cambi sia di ritmo che di atmosfera. È un gruppo che si muove tra il terreno dei Gorguts più onirici, degli Ulcerate, con qualche capatina nei campi (di morte) dei nostrani Ephel Duath. Questi ragazzi non sono nuovi a proporre musica complicata, sorgono dalle ceneri dei Death Heaven, gruppo in cui proponevano un death legato allo stile dei Necrophagist e primi Decapitated ma ora quello stile si è evoluto ed è stato inghiottito dal buio. Gli Ad Nauseam fanno di tutto per buttarci a terra, per travolgerci, vista anche la lunga durata del lavoro (55 minuti di apocalisse) e di alcuni brani tra cui la botta finale di Superimposing Mere Will and Sheer Need, 11 minuti di estremismo sonoro contaminato con doom. Qualcosina di leggermente più "immediato", non oso definirlo "catchy", lo troviamo qua e là per dare un pochino di ossigeno all'ascolto, soprattutto con Lost in the Antiverse, che ha un andamento più diretto ma, ripeto, il senso di asfissia è bello forte.

Gran debutto che mi sta causando dipendenza di ascolti e che, date le capacità, potrà essere ulteriormente perfezionato con la prossima uscita. Dopo parecchi passaggi posso dire di essere molto soddisfatto.



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Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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