Uno dei gruppi più validi, esponenti e portabandiera, dell’hardcore europeo, i danesi Barcode, torna a tre anni di distanza da “Hardcore”, con un contratto nuovi di zecca con i tedeschi della Nuclear Blast. C’è da dire che in questi tre anni, la band, tuttavia non era stata inattiva, pubblicando uno split con i nostrani Ciaff. Il nuovo “Showdown” è il solito arrabbiato, disperato e incazzatissimo assalto, dal primo all’ultimo secondo, senza praticamente alcuna sosta, se si eccettuano i sospiri e i gemiti porno di “Padre Siffredi” (titolo dell’anno), sicuramente dedicata al più fiero esponente dell’attività stalloniera italica, e la finale “I’m A Rebel” inno anthemico, con melodia da urlo, grandissimi cori e un’attitudine che farebbe invidia ai The Business.
Per il resto siamo nell’ordinario, il che non significa banale, e nemmeno ripetitivo, o almeno non nel senso di poco innovativo, visto che qui si sta parlando di hardcore. “End The War” forse è un po’ più veloce e incazzata delle altre, con il singer che ha un approccio più crust alla vocals, mentre “In The Pit” è vicina al grind, “Make My Day” mostra invece un groove più vicino a certo thrash moderno, pur avendo notevoli sprazzi di melodia. Avrei avuto piacere di leggere i testi, cosa che non è stata possibile nemmeno andando sul sito ufficiale della band, e ciò per una band hardcore non è un peccato veniale.
Coloro che amano l’hardcore, quello tosto, possono pure farsi avanti, per gli altri forse è il caso di dare prima un ascolto. In definitiva però mi sento di dire che questo “Showdown” è un disco che alla lunga annoia, proprio in virtù della sua voglia di voler, sempre e comunque, spaccare il culo a tutto e tutti. Sarà per questo che avranno tributato Rocco Siffredi?
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?