Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2015
Durata:non disponibile
Etichetta:Soulseller Records

Tracklist

  1. END OF DAYS
  2. LISTEN TO THE DARKNESS
  3. I'LL BE CREEPING
  4. SEE THE SIGNS
  5. POISON GARDEN
  6. IN THE WORLD, NOT OF IT
  7. BLACK WINDS
  8. GIVE UP THE GHOST
  9. PLEASE, FATHER
  10. SONS OF MAN

Line up

  • Paul Walz: bass
  • Bill Eagen: drums, vocals
  • Larry Burlison: guitars (lead)
  • Erik Sugg: guitars, vocals

Voto medio utenti

Se è vero che la mela non cade mai lontano dall'albero, con un nome come Demon Eye è facile immaginarsi una stretta parentela con i Deep Purple. La band del North Carolina ha, infatti, diversi punti in comune con le leggende inglesi ma non parlo assolutamente di band-clone o altro. Allacciate le cinture, ora vi dico tutto.

Andate sempre a casa di Emmett Brown, fare il pieno alla DeLorean e puntate il flusso canalizzatore a scelta in un periodo che va dal 1976 al 1984. Li troverete i vari Pentagram, Judas Priest, Deep Purple, Black Sabbath, Rainbow, Trouble... tutti intenti a spaccare il culo ai passeri, sempre carichi sui palchi quando ancora la genuinità e la creatività erano fortissime. Facciamo finta che i Nostri abbiano fatto parecchi viaggi a ritroso ed abbiano imparato bene dai maestri, il risultato quale sarebbe? Grande musica sìori, grande musica.
Lasciamo perdere originalità e sperimentazione che, in questo caso, sono parole bandite. Qui c'è il feeling, c'è il suono magico del proto-metal incontaminato, minime distorsioni, massimo sentimento. La musica dei Demon Eye è semplice, diretta, arriva da dove tutto il nostro genere è partito ed ha un forte alone doom che aleggia su tutto, ha uno spettro orrifico e sinistro sempre presente, come degli Angel Witch "senza fretta", come i magici Witchfinder General. Ecco, forse sono loro il gruppo più attinente come paragone. La produzione è semplice e assolutamente naturale, si sentono echeggiare distintamente la campana del ride, la cawbell, c'è insomma una batteria fisica che fa sentire i rimbalzi sul rullante, le pelli che vibrano... Il suono arriva dagli strumenti, dalla coesione del gruppo, dal loro feeling e non è qualcosa di artefatto, non viene pompato da un software. Groove, potenza e passione sono reali, una cosa rara ai nostri giorni. Anche l'artwork è old-style e riprende un pochino See You in Hell ma ripeto, tutti questi "elementi retrò" non sono mai pacchiani o fuori posto, anzi, ascoltando "alla cieca", questo Tempora Infernalia si ha la sensazione di trovarsi davanti ad una perla ingiallita dagli anni, inspiegabilmente persa nella nostra musica preferita. Poi, la loro proposta è assolutamente derivativa ma a noi cosa interessa? Nulla, anche perchè non riprendono pedissequamente una sola band, ma vivono uno stile. La godibilità, il piacere d'ascolto, quelli stanno su valori altissimi.

Facciamo così, provare ad ascoltare solo Poison Garden e se non vi piace... bah, mi spiace per voi ma avete sbagliato genere, c'è tanto pattume la fuori, andate a sguazzarci dentro.

Intanto, due pezzi dal disco precedente.



Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 07 mag 2015 alle 13:29

piaciuto per niente.....bah

Inserito il 03 mag 2015 alle 11:42

...vedrai che la tua ricerca verrà premiata, polimar. Sappimi dire :)

Inserito il 03 mag 2015 alle 08:31

Questi hanno tutto per potermi piacere, mi metto in cerca.......,

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