Copertina 7

Info

Anno di uscita:2015
Durata:37 min.
Etichetta:Punishment 18 Records
Distribuzione:Andromeda

Tracklist

  1. 71:52 LEIKEZE
  2. REVOLUTION OF THE ENSLAVED
  3. BURNING THE WEST
  4. CONSUMER OF DEATH
  5. SOULCLAIMER
  6. THE SICKENED MIND
  7. HUMANBEAST
  8. MORS INDECEPTA
  9. DISASTER STRIKES BACK
  10. RISE OV EVIL

Line up

  • Bob Briessinck: vocals, lead guitar
  • Jason Bond: rhythm guitar
  • Daan Swinnen: bass
  • Sander Vogt: drums

Voto medio utenti

Direttamente dal piccolo Belgio arrivano i Bloodrocuted, che, evidentemente in preda ad una esuberanza compositiva, riescono a piazzare due album in soli cinque anni. Dopo aver autoprodotto il loro debutto “Doomed to annihilation” ed aver ristampato una vecchia demo tape, arrivano a firmare un contratto con la nostrana Punishment 18 Records, sempre attenta alle nuove realtà del sottobosco thrash, specie europeo. Ed è così che vede la luce questo “Disaster strikes back”, che farà senza ombra di dubbio la felicità dei thrasher più incalliti e malinconici.

Inutile rimarcare per l’ennesima volta l’assoluta assenza di originalità, elemento davvero impossibile da riscontrare in questo tipo di release, ma a noi non importa un fico secco, l’importante è che i brani picchino e che i ragazzi pestino duro sui propri strumenti, ed è esattamente quello che accade in questo album. Reminescenze Assassin e Morbid Saint mischiate a richiami di band dell’ultim’ora come Havok e Suicidal Angels rendono “Disaster strikes back” fresco e pimpante, sorretto da una sezione ritmica davvero fantasiosa e chirurgica (ottimo il lavoro svolto con la doppia cassa dal drummer, in grado di dare enfasi e supporto alle repentine accelerazioni dei nostri), così come ottimo appare il lavoro svolto dalle due asce, preciso e potente. E devo dire di aver apprezzato molto anche la voce di Bob, che invece di abusare dello scream come purtroppo troppo spesso accade ultimamente, tira fuori la sua vera voce e vince alla grande, con un timbro a metà strada tra quello di Robert Gonnella e quello di Chuck Schuldiner.

Il riffinig è vario, così come le influenze (a volte fanno capolino richiami death e perfino black, e non manca qualche sfuriata in blast beat, vedi “Rise ov evil” o “Human/beast”), che rendono questo lavoro davvero interessante. Sicuramente nulla che resterà negli annali della storia, ma a me personalmente brani come “Soulclaimer”, “Revolution of the enslaved”, “The sickened mind” o “Burning the west” son piaciuti davvero molto, e penso che siano un’ottima base sulla quale i Bloodrocuted possano lavorare per il prossimo album, che, sono sicuro sarà ancora più maturo e riuscirà finalmente ad esprimere appieno tutte le capacità di questi quattro ragazzi. E lo dico senza timore di essere smentito…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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