Dol Ammad è il nome del nuovo progetto del virtuoso keyboard player greco Thanasis Lightbridge, nato all'inizio del nuovo millennio con l'idea di fondere in un unico stile musicale l'epicità “boombastica” del Symphonic Metal ed il dinamismo accattivante della musica elettronica. Dopo essersi circondato di un nutrito coro di connazionali, tutti perfettamente sconosciuti al sottoscritto, Thanasis ha chiamato a suonare sul disco alcuni musicisti di altre nazioni, ed il nome che spicca è ovviamente il rhapsodiano Alex Holzwarth, che dopo aver abbandonato i Sieges Even sembra aver trovato una seconda giovinezza nel metallo sinfonico. L'idea che sta alla base di questo progetto è sicuramente interessante, e se non altro cerca di prendere minimamente le distanze dai classici gruppi nati nella scia dei Rhapsody. Purtroppo la realizzazione di questa premessa è decisamente deludente. Il primo problema dei Dol Ammad è l'eccessivo protagonismo di Thanasis: il songwriting si focalizza in maniera eccessiva sulle tastiere del musicista greco, e dopo qualche minuto di ascolto si comincia ad avvertire una certa staticità compositiva ed una notevole ripetitività, soprattutto nell'uso dei cori. Il secondo problema è la mancanza di un guitar player in grado di recitare degnamente il ruolo di spalla di Lightbridge: la presenza di tale Jimmy Wicked è quasi eterea, e le canzoni ne soffrono pesantemente. Il terzo problema è il drumming di Alex Holzwarth, decisamente sottotono e privo di un qualsiasi spunto interessante, spesso mortificato in una mediocre doppia cassa. “Star Tales” purtroppo è un disco deludente, che tende ad annoiare già dopo pochi ascolti: c'è di meglio in giro, ve lo assicuro...
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