Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2015
Durata:40 min.
Etichetta:logic(il)logic Records

Tracklist

  1. AN AWKWARD ATTEMPT
  2. THE PURSUIT OF SILENCE
  3. MANIPULATE MY CONSCIOUSNESS
  4. INSANE LUCIDITY
  5. THE END OF THE BEGINNING
  6. EMBRYO
  7. THE TOUCH OF EMPTINESS
  8. THE DOOR TO THE ABYSS
  9. MY POUNDING VOID
  10. FRAGMENTS OF UTOPIA
  11. I AM PURE HATE

Line up

  • Roberto Pasolini: vocals
  • Simone Solla: keyboards
  • Eugenio Sambasile: guitars
  • Nicola Iazzi: bass
  • Enea Passarella: drums

Voto medio utenti

Gli Embryo sono in attività praticamente da quindici anni, dando quindi prova di grande solidità, tanto da parte della coppia storica che ne rappresenta il cuore pulsante, il cantante Roberto Pasolini e Eugenio Sambasile alla chitarra, quanto nella proposta musicale che sono stati - e riescono tuttora - a proporci.

Sul loro terzo album, dal titolo che riprende lo stesso nome del gruppo, probabilmente a rimarcare l'importanza di questo momento, ci ritroviamo alle prese con un Death Metal solido, affilato e articolato, dove tutto il loro valore non ha alcun problema ad emergere, questo grazie anche alla prova dietro al drum-kit di Francesco De Paoli, batterista dei Fleshgod Apocalypse, e alla produzione di Simone Mularoni, una presenza che ormai è diventata una costante - e una sicurezza - per sempre più formazioni, non solo provenienti dalla Bella (e metallica) Italia.

Ancora e sempre Death Metal, abbiamo detto, ma rispetto al passato gli Embryo si sono ulteriormente evoluti, o semplicemente hanno osato maggiormente, per una resa che potrebbe far pensare agli Hypocrisy, Strapping Young Lad o Meshuggah ma anche ai Nocturnus (per l'uso delle keyboards) e Samael, ma che in realtà ci consegna una formazione che ha dato vita ad una manciata di ottime canzoni, come avviene per "An Awkward Attempt" che oltre a assumersi il compito di aprire l'album è stata scelta per il video promozionale. Per non parlare poi della titletrack, insinuante e quasi ipnotica, ed il songwriting degli Embryo rimane versatile, in grado di metterti con le spalle al muro con la violenza pura, che culmina nell'esplicativa "I Am Pure Hate", e di sorprenderti con le aperture siderali e brutali di "Insane Lucidity" e soprattutto di quella "The Door to the Abyss", dove si esalta il blend tra violenza, melodie a synth spaziali.

Ma gli Embryo non sono certo più solo una sorpresa inaspettata.




You want it all, but you can't read it
It's in your face, but you can't read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the review
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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