Il mondo continua a scendere verso abissi di depravazione sempre più aberranti, gettandosi a capofitto verso il fondo degli Inferi, ed i
Lock Up lo accompagnano con la loro musica denunciandone gli orrori.
Il supergruppo fondato da
Shane Embury (mi pare superfluo ricordare la sua provenienza dai Napalm Death) si è separato in via totalmente amichevole da
Tomas"Tompa" Lindberg assorbito completamente dagli At the Gates ma, grazie all'ugola infernale di
Kevin Sharp (Brutal Truth), non ha perso un grammo del suo impeto distruttivo come questo
"Demonization" dimostra in pieno.
I riffs al fulmicotone della chitarra di
Anton Reisenegger ((Brujeria) urlano la loro rabbia in una colata di lava che tutto travolge mentre la sezione ritmica guidata da quell'elicottero che risponde al nome di
Nick Barker (Cradle of Filth, Dimmu Borgir) e da
Embury edifica un muro sonoro potente ma allo stesso tempo precisissimo e ben distinguibile.
"Demonization" è un viaggio attraverso la coscienza umana, la sua ascesa e la sua caduta attraverso inferni di sangue e violenza, un'analisi della capacità di rialzarsi dell'uomo come una fenice mistica.
L'opener
"Blood and Emptiness", la violentissima
"Locust", la napalmiana (perdonate il neologismo)
"The Plague That Stalks The Darkness", solo per citare alcuni dei brani più riusciti ci guidano attraverso questi estremi della condizione umana.
I
Lock Up ancora una volta annichiliscono con la loro rabbiosa denuncia e non scendono a compromessi con nessuno se non con loro stessi: la chiamo coerenza ed è un valore di grandissimo valore.
Siamo solo a marzo ma abbiamo un serissimo candidato al titolo di brutal/death metal album dell'anno.
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