Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2015
Durata:30 min.
Etichetta:Earthquake Terror Noise

Tracklist

  1. REIGN OF HYPOCRISY
  2. IMPERSONAL LIVING
  3. PURIFICATION OF FLESH
  4. WALKING DEAD
  5. VENGANCE IS MINE
  6. RAZOR IN MY HAND
  7. EVIL PARASITES
  8. BEAST IN THE CAGE

Line up

  • Gio: vocals
  • Marco: guitars
  • Gigi: bass
  • Fede: drums

Voto medio utenti

Ascolto alla cieca:

Bel disco di death metal dei primi anni '90 registrato ai Morrisound Studios che stranamente non conosco o che non mi è capitato di ascoltare prima. Probabilmente si tratterà di una band minore che, per qualche motivo astruso, è passata inosservata e che con questa ristampa può finalmente arrivare alle orecchie degli appassionati di quell'incredibile suono.

Ascolto con "info":

Band milanese al debutto ma nata nel 2009, per qualsiasi informazione mandare un messaggio privato.

Dopo essermi sentito un tantino smarrito, raccolgo la mascella caduta a terra e ricompogo le idee.
I Drown in Blood spaccano.
Questi quattro sono riusciti a comporre una mezz'ora scarsa di musica da gustare col sorriso sulle labbra, una musica piena di rimandi ai miti americani, sebbene non ricalchino in copia carbone nessuno in particolare. Certo, gli spettri di Obituary, Morbid Angel, Deicide, Monstrosity sono ben evidenti in ogni brano ma si alternano e si scambiano in modo da non identificare mai i Drown in Blood come una cover band, piuttosto come un gruppo che ama certe sonorità a tal punto da partire da lì per creare la propria avventura.

Il cantato, punto debole di molte band che si cimentano nella riproposizione di certe sonorità, risulta qui assolutamente convincente, in grado di alternare un growl pieno e catarroso con pitch più alti e (fortunatamente) con l'utilizzo di pochi filtri. Il comparto strumentale regge alla grande la prova, con una batteria che evita eccessi ultra tecnici e tocchi rapidissimi e leggeri in favore di un pestaggio vario ma con potenza e presenza costante, mai invasiva, in modo da lasciare avanzare il muro di suono formato da chitarre compresse e da un basso spesso ma abbastanza secco da essere udito distintamente. Buono il riffing, buono il songwriting, per quanto derivativo. Di positivo c'è anche che il fatto che gli otto pezzi qui presenti sono di pari valore, nessuno di spicco, nessun riempitivo, si chiudono come un pugno e ti colpiscono in faccia.

Essendo il primo disco, non sappiamo come i Nostri si evolveranno, ma se prendiamo Addicted to Murder come base da cui partire, direi che le potenzialità ci sono tutte. Ora si tratta di scoprire se la band vuole sviluppare un po' di personalità oppure continuare la sua opera di tributo alla storica scena floridiana.

Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 05 giu 2015 alle 00:01

...e allora, volume a palla e dai che si gode, Kalhy \m/

Inserito il 04 giu 2015 alle 15:25

Condivido in pieno quanto hai scritto Frank, una godibilissima mezz'oretta di pura nostalgia...

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