Chi pensa che gli
Scorpions siano solo ballads ( la stucchevole "
Wind Of Change" su tutte!) vuol dire che non ha mai ascoltato "
Blackout" , uscito nel lontano 1982
Con questo disco gli Scorpioni tedeschi hanno dimostrato di sapere picchiare duro, durissimo con canzoni dirette, senza fronzoli, macinando riff che - ahimè - non sono più stati in grado di riproporre negli anni.
Se infatti gli esordi erano caratterizzati da un oscuro rock dalle tinte vagamente psichedeliche e la produzione fine '80 da solide ritmiche hard rockeggianti, e' con "
Blackout" che i suoni diventato più metal.
Forse non tutti sanno che l’album fu ritardato a causa di problemi di Klaus Meine, che in pieno periodo di registrazioni subì un' operazione alle corde vocali acquistando però un range vocale più ampio.
Ma veniamo ai pezzi
La titletrack col suo micidiale riff che anche oggi infiamma le platee e con Meine che urla a tutto spiano fino a un rantolo finale su un vetro che va in frantumi in contemporanea, la velocità di "
Dynamite" il brano più speed e da headbanging mai scritto dalla band e di "
Now"( qui la voce di Meine è molto alta a riprova della piena ripresa dall'intervento alle corde vocali), l’assolo è ubriacante ad opera di un Rudolph Schenker in grande spolvero, ancora l'up tempo spaccaossa di "
Can't Live Without You" forse un po' monotona ma dal refrain che invita a cantare, il solido hard rock della power ballad "
No One Like You", il rock easy e quadrato di "
Arizona", il lento e possente incedere di "
China White" che crea un'atmosfera di marcata inquietitudine, con riff pesanti come macigni e persino la ballad "
When The Smoke Is Going Down" sono piccoli gioiellini in un disco praticamente perfetto per songwriting, esecuzione e produzione
L'album fu subito un successo, scalò le classifiche di mezzo mondo e si vide assegnare dischi d’oro e di platino un po' ovunque, ma lasciatemi dire che soprattutto superò l’ostacolo più arduo vale a dire il trascorrere del tempo.
Anche oggi infatti dopo 38 anni Blackout si conferma un masterpiece assoluto, già dalla potente copertina che presenta una faccia in camice bianco con benda in testa e forchette sugli occhi mentre lancia un urlo e manda in frantumi un vetro e che già la diceva lunga sul contenuto del disco e se non lo conoscete, peggio per voi, continuate a fischiettare "
Wind Of Change" con un fiorellino in mano ...
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