Nati dalle ceneri dei Kreisor, i newyorkesi
Mirror Queen sono al secondo album per Tee Pee. Suonano un misto di hard psichedelico, nwobhm, con un lieve retrogusto rock progressivo rigorosamente d’impostazione vintage.
Se all’esordio le trame del gruppo erano più immediate, ora i brani appaiono maggiormente studiati e articolati. Lo notiamo soprattutto nelle due tracce estese, la title-track e l’affascinante “Strangers in our own time” dall’andamento quasi prog-doom, ma anche nella metallica “Vagabondage” che mostra un taglio maideniano da primi anni ’80.
Il resto sembra un po’ di maniera e questo è il limite del quartetto americano, che pare alla ricerca di una precisa identità. Tempo fa a Torino, in compagnia di Naam, Quest for Fire ed Atomic Bitchwax, mi avevano ben impressionato, però questo lavoro è ancora di transizione.
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