Se gli
Incantation decidessero di suonare black metal, cosa accadrebbe?
Probabilmente tirerebbero fuori un lavoro come
"Woes of Mortal Devotion", esordio per gli italianissimi
Mefitic che dopo una lunghissima gavetta, il gruppo è attivo dal 2004, riescono finalmente a mettere "nero su bianco" la loro devastante forza sonora.
Questo album è, infatti, deflagrante, maestoso, assassino e non lascia nulla al suo passaggio se non macerie e fumo.
Oltre agli americani citati all'inizio, gli italiani "omaggiano" anche l'estremismo sonoro di band come i
Profanatica e gli
Archgoat e sono anche capaci di sulfurei rallentamenti cari ai
Grave Miasma, giungendo ad assemblare otto brani senza compromessi, neri come la morte, puzzolenti come un cadavere ed inquietanti come gli occhi di un lupo famelico.
"Woes of Mortal Devotion" è un disco estremo nel vero senso della parola: non aspettatevi nessuna concessione alla melodia, ma solo violenza, brutalità, una voce catacombale che proviene direttamente dall'oltretomba e, soprattutto, una fottuta attitudine a fare male con la musica.
I
Mefitic non inventano niente, ma quello che suonano lo suonano davvero molto bene.
I loro riff serrati, i ritmi incalzanti, le atmosfere dannate, il loro death metal sporcato, solo in parte, dal black sono argomenti maledettamente seri che il gruppo ci sbatte in faccia con la grazia di un uragano e l'irriverenza di chi rispetta solo ed esclusivamente la morte.
E questo album è morte.
Spaventosi.
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