Ecco una grande band. O almeno ecco l'idea che mi sono fatto degli americani Open Hand, band dai Natali hollywoodiani risalenti al 1999. Il combo capeggiato dall'ottima voce di Justin Isham approda con il debut album, dopo due EP acclamati nell'underground americano, sulla prestigiosa Trustkill/Roadrunner... e lo fa alla grande, entrando a testa alta e dalla porta principale. 'You and Me' esplora territori dai sapori lontani, riuscendolo a fare in maniera naturale, facile, decisamente gloomy e catchy. Questa prima fatica degli Open Hand raccoglie 15 songs in cui il Rock psichedelico, l'Indie Rock, lo Stoner Rock, il Prog (NON Metal, ma quello '70) ed una spruzzata di Grarage Rock misto Street si incontrano in maniera sublime e lisergica (vi basti vedere l'oscena, ignorantissima front cover in pieno son-of-a-flower style), oserei dire quasi sfacciata, creando un album con i contro ca**i. Dalla kyussiana 'Pure Concentrated Evil' (durata un minuto e mezzo: è abbastanza concentrata?), alle sabbatiane doomy-conga 'Her Song' ed 'Hard Night' o alle queens of the stone ageiane 'Tough Girl' e 'Tough Boy' (molto simili nell'incedere, quasi una fosse la seconda parte dell'altra), passando allo Space Rock in stile Jane's Addiction/Pumpkins di 'You And Me' o di 'Jaded', fino alle più Wave oriented 'Newspeak' (song questa semi acustica/trance in cui troneggia un bellissimo il mood leggermente kissiano dal ricordo di 'I Was Made') e 'Crooked Crown', senza dimenticare la ballata 'Trench Warfare' o i duetti con alcune guest female vocals (Hayley Helmericks in 'Tough Girl' e 'Take No Action' e Katy Jon in 'Waiting for Katy'), tutto è semplicemente coinvolgente e attraente. 'You And Me' è un album altamente consigliato, per tutti gli amanti delle bands sopra nominate, senza dimenticare che comunque per fare una buona torta non servono solo buoni ingredienti, ma anche nerbo e sapienza di impasto. Gli Open Hand saranno uno dei nomi caldi del prossimo futuro, statene pur certi. Ottimo, davvero ottimo.