Quando negli anni ’80 esplose la scena sul Sunset Strip di Los Angeles si coniò un termine per spiegare all’allora giovane audience da dove avessero attinto le bands yankee, e quasi sempre gli
Angel rimbalzavano sulla cronaca specializzata con questo ‘
Sinful’ al vertice di un connubio quasi contradditorio: pop-metal (era il termine). Del resto l’intera carriera degli Angel è costellata di contraddizioni.
A cominciare dall’immagine, poco rock, e più affine al catalogo dell’etichetta che, a dispetto dei
Kiss, era più propensa alla pop-dance. Gli Angel nascono per mano del grande chitarrista
Punky Meadows che suonava già nel ’70 bubblegum music con i Cherry People, prima di formare i Daddy Warbucks, abbreviati poi in Bux, con all’attivo un solo LP nel ’76: ‘We come to play’, titolo significativo visto che la band posava sotto la New York Stock Exchange di Wall St., e da cui venne prelevata la prima versione di ‘
White Lightning’ poi apparsa nel terzo disco degli Angel ‘
On earth as it is in heaven’.
Gli Angel sono di Washington D.C. e la prima incarnazione era denominata Sweet Mama From Heaven e la leggenda vuole che fu proprio
Gene Simmons dei Kiss che telefonò, nel cuore della notte, e li fece accasare alla loro etichetta. ‘Sinful’ è l’ultimo album da studio della fase storica degli Angel, ed è prodotto dal grande
Eddie Leonetti che avete conosciuto su queste colonne per '
A diamond is a hard rock’ dei
Legs Diamond, dove levigò un album purple addicted (strano, perché il primo dei Diamond era invece appannaggio di Derek Lawrence che fu proprio il produttore dei Deep Purple...) e che in ‘Sinful’ riesce in un altro grande maquillage tra pop e, se non proprio metal, hard rock di grande fattura.
Il disco contiene 10 classici variegati tra loro. Ad esempio ’
Wild & hot’ potrebbe essere un prototipo forerunner dello street-metal. ‘
Don’t take your love’ invece è molto più elegante per il follow-up di ‘
Don’t leave me lonely' da ‘
White Hot’. ‘Sinful’ però è maggiormente levigato di ‘White hot’ e non contiene collezionismo kitsch alla ‘
The winter song’, ma sobrie intelaiature hardeggianti come ‘
Bad time’. Bellissimi anche i giochi elettro-acustici di ‘
L.A. lady’ e ‘
Just can’t take it’.
‘
You’ can’t buy love’ e ‘
Waited a long time’ rafforzano l’idea che dal punto di vista dei refrain ‘Sinful’ è imbattibile.
Chiudono in bellezza con ‘
Lovers live on’ ancora tra il candore delle vocals del grandioso
DiMino e le svettanti tastiere dell’inestimabile
Gregg Giuffria. Dopo anni i decani del white metal sono ancora saldi nei cuori di chi con loro è cresciuto. Inutile poi ribadire per i fans della band che i primi due lp, ‘Angel’ e ‘Helluva Band (sono d’accordo!), sono altri due classici del pomp rock però, e ‘On earth as it is in heaven’ è quello meno definito perché è la congiunzione e passaggio tra due stili differenti.