Ok, lo so bene … tanti, tra i cosiddetti “puristi” della musica, non amano particolarmente i
talent show dedicati alla loro passione primaria. Troppo commerciali, finti, costruiti, superficiali …
Tutto abbastanza vero, se però poi diventano un mezzo per far emergere le qualità di un cantante con “gli attributi”, allora bando agli “snobismi” e ben vengano anche questi inflazionati e manieristici programmi televisivi.
Giacomo Voli è stato uno dei protagonisti di
The Voice of Italy, nella sua edizione del 2014 (quello dove ha vinto Suor Cristina, a proposito di populismo …), nella squadra capitanata da Piero Pelù (a proposito di macchiette …), ma non vorrei che questa sua partecipazione, a differenza di quanto si potrebbe pensare, finisse per danneggiarne la carriera.
Il
vocalist di Correggio, formatosi in
cover band di Toto, Deep Purple e Van Halen (e qualcuno lo ricorderà anche per la militanza del
prog-metallers Sour Whine) è davvero un “signor cantante” e questo suo primo
mini autoprodotto (promosso dalla sempre attenta Atomic Stuff) è una dimostrazione lampante delle preziose ed eclettiche doti tecnico-interpretative che albergano nella sua laringe, illuminata da una brillante ispirazione Cornell-
iana.
I quattro brani inediti del programma rappresentano comunque molto di più che una semplice “palestra” per corde vocali, attestando una buona capacità di scrittura e pure una certa versatilità espressiva, le quali consentono al nostro e ai suoi sodali di impegnarsi con notevole profitto emotivo sia nelle dissertazioni di marca Audioslave (“Il vento canterà”, “Un capitale”), sia nelle suggestioni
elettro-enfatiche alla Muse (“La Fenice”) e sia nelle situazioni maggiormente
poppettose (“Ridi nel tuo caffè”), il tutto risolto con buongusto ed efficacia anche sotto il profilo delle liriche.
Le trascrizioni di PFM (“Impressioni di settembre”, già proposta anche nel suddetto
talent) e Blind Faith (“Can't find my way home”), arrivano a confermare la cultura e la sensibilità di una stentorea
Voce Italiana che forse non ha ancora trovato “la sua strada” e tuttavia merita fin da ora di “uscire dall’ombra”.
Molto bravo.
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