Ricordo di avere letto da qualche parte di quanto il grado di soddisfazione di ogni nostra esperienza sia fortemente influenzato dalle aspettative che avevamo prima di viverla. Devo ammettere che questo è un fenomeno ricorrente, anche in ambito musicale.
Passiamo rapidamente in rassegna quanto accaduto.
Aspettativa n.1:
The Effa Lente Configuration: Parts 1-4 sarà un album strumentale che combina le caratteristiche di una colonna sonora ad una matrice progressive/doom.
Esperienza n.1: Nope. La colonna sonora c'è e a tratti è anche piacevole ma resta sola all'interno di un riffing senza soluzione di continuità, che lascia il progressive relegato ad accennati controtempi ed il doom alle basse velocità di metronomo.
Aspettativa n.2:
The Effa Lente Configuration: Parts 1-4 sarà una traccia strumentale suddivisa in quattro parti.
Esperienza n.2: Nein. Risulta difficile sequenziare i 44 minuti della lunghissima traccia presente in questo lavoro. Le atmosfere sono cangianti, è vero, e tutto in coerenza con le aspirazioni di una prog band, tuttavia resta difficile dare un senso all'entropia generata da
David Alfred Reilly, polistrumentista irlandese la cui formazione classica emerge nella complessità mai esagerata del songwriting. E dimenticavo: delle vocals appaiono da dietro le quinte a dieci minuti dall'epilogo (did you say instrumental? Nevermind, bro).
Aspettativa n.3: Un titolo fascinoso come
The Effa Lente Configuration: Parts 1-4 conterrà di sicuro passaggi d'ispirazione King Crimson e Opeth, due tra le band che hanno fatto la storia del genere. Figuriamoci, lo riporta anche il sito ufficiale!
Esperienza n.3: None. Reilly sa suonare ed è perfettamente in grado di comporre un disco. Detto questo, non sono sufficienti dei passaggi di sax in dissonanza o l'impostazione prog per capitalizzare un risultato alla
Blackwater Park.
Le aspettative erano troppo elevate, per questo mi merito una bella insufficienza. Gli errori di valutazione si pagano prima o poi, o no?
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