Copertina 5,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2005
Durata:50 min.
Etichetta:Black Lodge
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. BEHIND TOMORROW
  2. DEATH'S CALL
  3. IN DESPAIR FOR MY SINS
  4. GODSEND
  5. SECOND LIFE
  6. WITHIN MY WORLD
  7. ACT OF FATE
  8. IN BITTER WINGS
  9. FALLEN VIRTUE
  10. AT YOUR HANDS
  11. A FACE IN THE CROWD
  12. WITHER

Line up

  • Joni "Gösta" Mäensivu: vocals
  • Peter Nagy: guitars, additional vocals, keyboards
  • Petri Tarvainen: guitars
  • Ted Jonsson: drums
  • Peter Wendin: bass
  • Stefan Norgren: keyboards, additional vocals

Voto medio utenti

Terzo album per gli Eternal Oath, gruppo svedese, per la precisione di Stoccolma, che (non a sorpresa...) prova a dare una propria impronta ad un inflazionato Melodic Death Made in Sweden.
L'anima gothic del gruppo, accostabile ai vecchi Theatre of Tragedy è già presente nell'opener, la più che discreta "Behind Tomorrow". Con le successiva "Death's Call" e "In Despair for My Sins", prende piede l'avvicinamento del gruppo verso un sound più moderno, ammiccante. "Godsend" cerca di riunire questi aspetti, ma manca di verve e passa via senza colpo ferire. Dobbiamo quindi lasciar scorrere via l'intimista "Second Life" prima di poter vedere gli Eternal Oath spingere sull'acceleratore. Ad ogni modo anche "Within My World" si uniforma a quelle scelte già proposte dagli Eternal Oath con "Death's Call" e "In Despair for My Sins". Sempre meglio però di una tediosa "Act of Fate", che soffre più di altre le parti in clean vocals. Solo growling su "In Bitter Wings" e "Fallen Virtue", due brani che combinano del classico Death Metal con parti di tastiera piuttosto variegate, dagli effetti spaziali a passaggi più melodici, senza però entusiasmare.
L'inizio (molto In Flames, in seguito ricorda maggiormente i Paradise Lost) di "At Your Hands" risveglia, sebbene solo in parte, l'attenzione. La cosa riesce poi meglio, sia a "A Face in the Crowd", dove finalmente i diversi stili vocali (compresa una voce femminile) riescono a trovare la giusta combinazione, sia alla conclusiva "Wither", dove, in un contesto sempre Death, è preponderante la componente dark e romantica.
E' certamente apprezzabile il tentativo di adottare soluzioni meno scontate del solito, ma non tutto sembra scorrere ancora a dovere.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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