Mamma mia che noia questo nuovo EP dei
Dark Hound! Nati nel 2009 a Nashville, Tennessee, pubblicano nel 2014 il primo full length omonimo licenziato dalla Rampant Struggle Records, che decide di dare alle stampe anche questo mini, appena un anno dopo l’uscita del debut album. Non so dirvi a cosa sia dovuta tutta questa fretta, fatto sta che il risultato non fa certo gridare al miracolo.
Sono cinque i brani presentati dagli americani, tutti pesantemente assestati su mid tempo, tutti profondamente derivativi, ma la cosa che fa storcere di più il naso è che si tratta di canzoni prive di qualsivoglia mordente. I nostri pagano un dazio veramente massiccio ai
Megadeth dell’ultim’ora, e a volte sembra davvero che i brani siano outtakes di qualche album di Mustaine e Co., con una spruzzata qua e là di
Metallica periodo “Load”/“Re-load”, e qualche accenno veramente blando al prog dei
Dream Theater nella parti più delicate. Basterebbe già questo per giustificare il voto in calce, ma la cosa peggiore, come già accennato, è che i pezzi scorrono via in maniera noiosissima, non c’è un sussulto che sia uno, non c’è un riff che possa risultare memorabile, per non parlare delle linee melodiche, monocorde e mono tone, davvero un martirio.
In apertura ho sottolineato che questo EP esce ad appena un anno dal precedente full. Beh, il primo pensiero che mi ronza in testa è che probabilmente i nostri avrebbero fatto molto meglio ad attendere un po’ di più e lavorare ulteriormente sulle composizioni, per evitare questo passo decisamente falso. Lavoro assolutamente evitabile, utilizzate meglio i vostri risparmi, ci sono tante band emergenti che meritano le vostre attenzioni, e i Dark Hound, almeno per ora, non rientrano certamente tra queste.
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