Oggi ci troviamo davanti a un piccolo capolavoro dell'underground.
Gli americani
Deity con il loro EP intitolato “
The Hand that feeds” ci portano in un mondo composto da musica oscura e opprimente per più di 20 minuti.
Il quintetto costruisce una musica di matrice -core davvero d'impatto, con un guitar work davvero massivo e imponente, a volte cadenzato e a volte spedito senza pietà. Questa è l'ossatura di questo “
The Hand that feeds” in cui la parte ritmica ha quasi solamente il compito di fare da contorno.
La ciliegina su questa torta infernale però è la voce del cantante, che ci narra una storia piena di odio e tristezza con una voce graffiante e dolorante al punto giusto, che non riesce a deludere dato che va perfettamente a braccetto con ciò costruito dagli altri membri del gruppo. L'ascolto non può lasciare impassibili anche considerando come le tematiche trattate sono concretizzate in modo pressochè perfetto.
"
The hand that feeds" quindi è una piccola perla dell'underground -core, che non ha nulla da invidiare ai grandi nomi del genere.
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